La riva dei pensieri

Modesta raccomandazione


Sussiste in noi esseri comuni una particolare abilità per un'attività creativa che non possiamo inventare e realizzare in questo periodo colmo di preoccupazioni e di ansie. La prima indicazione è quella di seguire con fiducia quello che ci viene suggerito e consigliato dalla scienza medica, e va bene. Un'altra è non rilanciare fra i nostri contatti boiate false o fasulle come le varie chiome di Berlusconi ma molto più angosciose. Poi ce n'è un'altra ancora: cercare di essere un po' più gentili con il prossimo, visto che abbiamo tutti un bel carico sul groppone. Vanno bene anche gesti minuscoli, che servono ad alzare la qualità complessiva  delle relazioni interpersonali nella quotidianità. Descrivo semplificando un mio comportamento: se devo inviare una nota a qualcuno, la redigo con la scrittura anziché mandare un vocale. Leggere è una cosa che funziona alla velocità della luce, ascoltare viaggia a quella del suono. Scrivere è un esercizio molto più lungo che dettare: servono sintesi e un minimo di concentrazione. Dettare invece consente di essere sciatti, e si finisce per infarcire il messaggio di esitazioni e ripetizioni.Il tempo è una moneta preziosa riservata a chi redige la nota ed è importante al destinatario che lo utilizzaSe poi ritenete che quel che ho postato siano della sciocchezze, consolatevi avete perso meno tempo a leggermi che ad ascoltarmi.  Nel viaggio attraverso i lemmi di questo intervento ho scelto la partitura di un piano concerto ed esattamente del secondo dei tre movimenti che le danno risonanza poetica. Esso è il più vivace per reazione musicale, per la freschezza dell'ispirazione, per l'alta qualità musicale delle efflorescenze, per la singolarità dell' estetica melodica. L'insieme caratterizza in maniera indelebile il sigillo di un genio della letteratura musicale. La magia, il mistero, l' incertezza fluttuante d'un amore giovanile non hanno mai espresso, sulla tastiera, una così tempestiva traduzione, almeno che la memoria non m'inganni. Il brano si svolge in un' atmosfera trepidante di sogno e di immaginazione romantica, ma, nella parte mediana, il vivo godimento per un'esperienza pervasiva, per un inaspettato scatto dello strumento solista sul tremolo inquieto degli archi, si converte in angoscioso turbamento, definendosi nel finale, però, in suono quieto o acquiscente che, gradualmente, si dissolve.                                                     Appendice lessicaleSarà una deformazione professionale ma nel lessico che sento in questi giorni sta accadendo qualcosa di grottesco. La conoscente che incontrandomi in spiaggia mi stampa due bacioni sulle gote, quell'altro, un collega, che mi parla a un soffio di distanza senza indossare la mascherina o ancora chi tossicchia o starnutisce en plen air, tutti costoro poi si giustificano con un salottiero “Scusa sai, io sono un antiCovid”.E in quel prefisso “anti” vorrebbero condensare lo scetticismo o l'indifferenza di chi al Covid non crede, oppure semplicemente se ne infischia.Come se uno che se ne frega altamente delle leggi razziali e dell'alleanza con Hitler e della soppressione della libertà e in generale non crede che il fascismo sia stato una tragedia e rimanga un pericolo condensasse tutta la sua ignavia nella formuletta “Scusa sai, io sono antifascista”.Non funziona così: “anti” presuppone un impegno contrario, una opposizione, un contrasto attivo. AntiCovid sono le mascherine, lo sarà il vaccino, lo sono stati, lo sono e lo saranno i medici e gli infermieri, siano benedetti e ringraziati. Restituiamo un po' di senso alle parole, e chi cerca di baciarci sulle guance abbia il buonsenso di soggiungere: "Scusa sai, io sono un imbecille".                                                      Appendice mnèsticaAlcui anni or sono Philippe Daverio venne a Cagliari per "Monumenti Aperti" e lo ascoltai affascinato.Rammento che fece una carezza a favore di pelo: l'Asia ha una protuberanza che è l'Europa, disse, e l'Europa ha un'appendice che è l'Italia, perciò l'Asia e la Sardegna sono due continenti che si guardano. Poi prese un sorso e  mi affascinò per un'ora. Tra le tante idee che espose vi era anche quella che chiedeva l'abolizione dei beni culturali: diceva che la parola "bene" ha un gusto catastale e quindi i governi sono sempre tentati di venderne un ettaro. Bisogna fare come gli inglesi che invece parlano di heritage, eredità, e la trattano col rispetto che merita. Qualcuno che si lasciava fuorviare dal papillon e dai colori spregiudicati lo credeva uno snob, invece era addirittura una persona affabile e disponibile.Peppino Impastato, un martire scanzonato, scrisse che la mafia è una montagna di merda. Daverio a Palermo disse che la mafia sbaglia sempre la cravatta. Volevano dire la stessa cosa. Avessimo un centinaio di italiani così saremmo europei già da un pezzo.