La riva dei pensieri

La rotta della vita


I frangenti salmastri dettano la rotta e le vele della mia barca assecondano la direzione del vento. Le miglia trascorrono e, a volte, il mare induce a timonare in modo impegnativo e affaticante, in altre occasioni le mani accarezzano dolcemente la barra inducendo la fantasia a navigare verso lidi sconosciuti.  Come nella vita, gli itinerari sono ricchi di speranza e in altre occasioni invece sono passaggi strascicati, fiacchi, disicantati. Ma, che lo desideri o meno, il cammino prosegue nella costruzione di un quotidiano in cui la vera aspettativa è per me quella di serbare il sorriso. Ogni giorno determino il mio avvenire proiettando i sogni al di là del presente con cui, con gratitudine, ho tenacemente a che fare, certo non senza fatica ma anche con molto, moltissimo amore. Adoro andare lemme lemme in bici per recarmi a scuola, amo ascoltare i rumori della città che si muove e mi sorprendo la sera ad ascoltare i suoni della vita che giù nelle strade scorre. Continuo a sorridere e riesco solo a ringraziare per esserci, per aver avuto ancora una volta la possibilità di rigiocare alla Vita, per esser stato lanciato in mezzo a questo intreccio di anime, di emozioni, di odori e suoni, tutto immerso in un percorso fulgido e multicolore.La cornice musicale che circoscrive l'intervento di questa ebdomada è una composizione pianistica espressiva dei canoni della rappresentazione sentimentale del teatro borghese dell'epoca con la sua analisi dei sentimenti pratici e insieme amorevoli. L' esposizione del primo movimento (Allegro) appare similare  al tema d'inizio della Sonata op. 17 n. 4 di Bach, ma il Compositore di questa sonata sviluppa però un'architettura sonora articolatissima e complessa.  La modulazione  notistica è caratterizzata da un tono pacato, poco festoso, quasi scorresse al suo interno una sottile linea di malinconia. Lo sviluppo pentagrammatico asseconda procedimenti inconsueti di singolare forza espressiva, sintomo di qualche travaglio interiore dell'Artista.                                                   Appendice utopicaTeniamoci forte, stringiamci a coorte: "Giuseppi" Conte vuole cambiare il capitalismo. Non ha rivelato se solo in Italia o nell'intero pianeta. Perché, ha sentenziato, "il capitalismo neo liberista è risultato inadeguato di fronte alle crisi e alla pandemia. L'economia deve andare di pari passo con la giustizia sociale". Belle parole. Anche quelle di Carlo Marx e dei grandi utopisti lo sono. Alle loro fascinose chimere mancano però i decreti attuativi, indispensabili per passare dal sogno alla concretezza. Teorizzare lo Stato etico è sublime pensiero, ma non basta. Lo Stato etico appaga i sentimenti più nobili dell'uomo, ma è incompatibile con la sua natura terragna. Va imposto con la forza e costa afflizioni, tragedie e morti. A meno che il premier non coltivi in segreto l'idea spiazzante di affidare il nuovo corso del capitalismo a tal Beppegrillo, possessore delle azioni al portatore del suo governo. È un comico allucinato e ama il delirio. Vuole abolire la povertà nel mondo con il reddito universale: tutti pagati per non fare niente. Una pacchia globale. Dove trovare i soldi è il mistero buffo che il guitto non svela. Presidente, si tolga i grilli dalla testa. Meglio il capitalismo con le sue storture che una società di insetti parassiti.