La riva dei pensieri

Lo scrigno


Lo scrigno che ho creato per racchiudere alcune caratteristiche emotive della mia essenza, ineluttabilmente costituisce un ostacolo che impedisce al prossimo la comprensione di alcune mie scelte.Forse dovrei tradurre gli accadimenti vitali con un comportamento effimero, precario e in ogni istante del giorno trarre vantaggio dal benessere materiale e sminuire contestualmente la risoluzione dei doveri personali per pusillanimità. Desiderio che potrebbe trasformarsi in una paradossale suggestione. ma anche in un consistente enigma. D'altronde avverto il convincimento che abbracciando questa opzione comportamentale metterei a repentaglio l'autonomia di giudizio con gravi inconvenienti emozionali e smarrimento dei valori educativi ed etici della mia libertà.Pur tuttavia di tanto in tanto abbandonerei la  stabilità  per procurarmi un attimo di utopia.Il componimento pentagrammatico di questa settimana rispecchia l' abilità artistica e tecnica dell'Autore trasfusa nella tastiera pianofortista con espressività variegate delle sue modulazioni.  Il brano inizialmente, in do minore, ha un andamento discorsivo, molto raccolto e intimo, con l'insistenza sempre sullo stesso tema, ampliato e sviluppato con delicatezza di armonie. Segue un improvviso, in mi bemolle maggiore, che appare uno studio per la regolarità e la quadratura del ritmo. Un ulteriore movimento, in sol bemolle maggiore, emana un penetrante e struggente profumo romantico. La breve raccolta si conclude degnamente con l'Improvviso in la bemolle maggiore, dove, al di là di un pianismo vivace e scorrevole, nasconde un sentimento di delicata e pensosa elegia, appena sfiorata dalla visione della morte imminente dell'Autore.                            Appendice consapevoleAnche in un tempo diverso come questo, non ci rendiamo conto di quanta gente il covid abbia messo al tappeto. I nuovi poveri sono moltissimi e spesso abbandonano la loro vergogna per mettersi in fila nelle strutture assistenziali per portare cibo a casa. Sono quelli che hanno perso un lavoro, camerieri, baristi, autisti, venditori ambulanti, babysitter, gente che si arrangiava come poteva e che ha sofferto e soffrirà più di tutti le restrizioni anti coronavirus. E insieme la vita si è fatta difficile anche per molti di quelli cui prestavano i loro servizi, i titolari di attività ridimensionate fino al fallimento. Ecco, quando dall'alto di un reddito sicuro ci rammarichiamo per le decisioni del Governo e i nostri figli si lamentano perché non potranno far tardi la sera rinunciando a qualche aperitivo o al cazzeggio di gruppo sui marciapiedi dei bar, pensiamo a questa gente. A chi veramente soffre. A quelli che fino a ieri servivano i nostri vizi e ora sono in coda alla Caritas o in altre strutture benemerite. Pensiamo alla differenza fra chi piange per un capriccio e chi per disperazione.                                              Appendice controversaLuc Montagnier è un nome noto nel mondo della medicina. Nel 2008 il medico francese ha ricevuto il Premio Nobel per aver scoperto il virus dell'Hiv. Uno scienziato di fama mondiale, dunque, un luminare, una autorità nel suo campo. Il riconoscimento consegnatogli a Stoccolma dall'Accademia reale svedese delle Scienze deve però avergli dato alla testa. Da allora, infatti, si è allontanato dalla medicina ufficiale per abbracciare teorie alternative. Ha iniziato a assumere posizioni controverse per poi diventare un idolo dei no-vax, sostenendo la più volte smentita correlazione dei vaccini con l'autismo. Infine, l'ex luminare si è convertito all'omeopatia e ha inventato i concentrati di papaya per curare il Parkinson. Naturalmente, non poteva mancare il suo parere sul tema del momento, la pandemia da Covid-19. Ecco che cosa Luc Montagnier diceva nell'aprile scorso: "Il nuovo coronavirus è artificiale, è stato prodotto dall'uomo. L'epidemia sparirà da sola in breve tempo, poiché il virus si sta autodistruggendo grazie alle mutazioni". Infatti... Vatti a fidare di un Nobel.                                              Appendice PirandellianaRovistando fra i miei quattro libri per avere un po' di requie dagli accadimenti inerenti al virus sono incappato nell'opera omnia di Pirandello. Ne ho scorso l'indice dei titoli che, letti in serie, mi sono sembrati la metafora dell'oggi politico in Italia. E li ho abbinati alla sequenza temporale delle ultime vicende. Maggio 2018, elezioni: non c'è un partito vincitore, comincia “Il giuoco delle parti”. Consultazioni a vuoto. Non c'è chi abbia “La patente” per guidare un governo. Mattarella deve scegliere con urgenza fra “Uno, nessuno, centomila”. Sceglie Nessuno. “Ma non è una cosa seria” commentano i cittadini increduli. “Così è (se vi pare)”, risponde il Quirinale. “Sogno, ma forse no”. No, è tutto vero. Da Palazzo Chigi Nessuno puntualizza: da “Questa sera si recita a soggetto”. Così, trovati per la strada “Sei personaggi in cerca d'autore”, li piazza a capo dei ministeri più importanti: Esteri, Interno, Economia, Sviluppo, Salute, Istruzione. E, per non assumersi troppe responsabilità, ordina: “Ciascuno a modo suo”. A suggello, ecco “L'imbecille”, commedia in un atto: è lo spaccato dell'Italia “in un quadro convulso e paradossale dell'animosa faziosità politica, che rivela la viltà dell'inganno e il rovesciamento del senso della realtà”. Satira politica grottesca e di triste ironia. Chissà cosa scriverebbe immaginato e scritto il grande drammaturgo siciliano se vivesse in questa Italia!