La riva dei pensieri

Ricordo scolastico


 È la metà degli anni ottanta del secolo scorso quando maestra Pina e maestra Teresa, provate dalla situazione chiassosa e turbolenta costantemente imposta da noi bimbi ai loro padiglioni auriculari, riproposero un vecchio gioco destinato a diventare un'oasi di serenità, capace di alleviare all'istante lo stress acustico nei momenti in cui si sentivano letteralmente esplodere la testa: satura di strilli, pianti, risa e urla.“Il gioco del silenzio”, oltre a tutelare il sistema nervoso delle Maestre, serviva anche ad insegnare a noi piccoli un po' di autocontrollo.Le regole erano (e forse lo sono ancora) semplici: ci mettevamo seduti in cerchio sulle seggioline di legno e non si parlava più. “Non si deve sentire nemmeno una mosca volare”,  sentenziava maestra Teresa scandendo bene le parole e mimando con le dita la chiusura di una zip immaginaria sistemata tra il labbro superiore e quello inferiore.Noi bimbi taciturni sorridevamo: finalmente era arrivato il nostro momento! Del resto, l'ambizione alla vittoria, in situazioni come queste, era da considerarsi legittima.Tra di noi gli iperattivi, al contrario, tradivano volti scettici e diffidenti prefigurando il supplizio di non poter pronunciare nemmeno una parola chissà per quanto tempo!No!  Il gioco del silenzio non sembrava affatto una bella cosa per nessun di loro! Personalmente l'ho sempre detestato.Rammento che i primi sessanta secondi erano semplici per tutti.Il minuto successivo scoppiava qualche risatina che, però, il regolamento permetteva: importante era non parlare!Il terzo minuto si faceva più impegnativo.“Maestra Pina! Posso andare in bagno? Devo fare la pipì!” esclamò improvvisamente Efisietto che, per questo, venne eliminato.Poco dopo, mattoncino dopo mattoncino, il fragile muro del silenzio imposto crollò. A vincere fu Federica: che i più cattivi, per questo, soprannomineranno “la mummia”.Poverina. Il nomignolo le rimarrà appiccicato per mesi e mesi. Per la cronaca oggi Federica è un' eccellente e bellissima psicologa infantile!E voi gentili lettrici e lettori avete un ricordo di un gioco che facevate quando eravate bimbi?Varie sono le versioni di questo motivo ossimorico. Quella che vi presento è un' esecuzione per solo pianoforte eseguita con dolcezza e sagacia dall' interprete. L' ascolto della composizione pare trasportare in un luogo sconosciuto, dove il silenzio stesso diventa luogo. Ho notato gentili Interlocutori che nella nostra lingua si dice "stai in silenzio". Il verbo "stare" viene utilizzato come per rimarcare il fatto che il silenzio sia un luogo. Una coincidenza significante è che la composizione venne terminata nel Febbraio del 1964, ed è proprio in questo mese che, secoli prima durante la Parentalia, i latini veneravano,  "Tacita Muta",  la dea degli inferi che personificava il silenzio. Buon ascolto.