La riva dei pensieri

All' alba


Nella prima luce del giorno il cielo è di un pallido grigio azzurro e dopo i fruscii della notte tutte le creature, persino il vento, paiono profondamente addormentate. Regna un silenzio degno di una biblioteca.Scavalco la bassa balaustra della veranda e vado a passeggiare lungo la spiaggia del mio Poetto. La natura appare quanto mai benevola, come se quella piccola baia a ferro di cavallo voglia scusarsi del tempo incerto dei giorni scorsi.Il fondale marino è tapezzato di conchiglie, la rena è fine come cipria e candida come le rose bianche della recinzione di casa.L' aria, persino all'ombra, conserva il calore profondo e avvolgente dell' estate oramai trascorsa.Sul bagnasciuga trovo una sedia a sdraio abbandonata, vado oltre e sono circondato da un leggero, discreto sciabordio delle onde, come se un piccolo elfo stesse sorbendo piano da un grande calice d'aqua.I primi gabbiani si librano nel cielo in preda all'eccitazione mattutina.Alle mie spalle i tetti della città s'intravedano nella leggera foschia.Davanti a me si spalanca la spiaggia e prosegue curvando dolcemente verso l'estremità della Sella del Diavolo proteso verso il sole e dietro di esso l' immensità del mare turchese.Ho la sensazione di trovarmi di fronte ad un messaggio intrisecamente religioso, che suggerisce di aver un posto nel cuore della Natura, anche se non tutte le cose  gravitano intorno a me e anzi sembra che a volte mi vadano decisamente contro.Quando la saggezza della Natura agevola la conoscenza, la consapevolezza dei miei limiti è palese.Il sottofondo musicale non può che essere una suite rappresentativa del mio intervento. L'allegretto iniziale ben descrive l'alba all'orizzonte del mare. Nel preludio gli oboi e i flauti intrecciano teneramente le rispettive notazioni. Di seguito, senza indugi seppur con cautela,  gli archi si appropriano del contenuto prevalente aggravandolo di energia comunicativa direi anche eccessiva. Di seguito un andante straziante sottolinea la melodia con grande autenticità, in modo caparbio attraverso un malinconico canovaccio eseguito da soli archi. La suite termina nella musicalità dei contrabassi, dei fagotti e dei vioncelli che cadenzano aspramente una marcia ritmata a cui tutto l' organico orchestrale partecipa con rilevante intensificazione melodica.