La riva dei pensieri

La prima volta...


La prima volta che ho espresso la frase "ti amo" non è stata una brìccica. Parlo di quando l' ho detta con convinzione, quando non era connessa a una ingenua eccitazione momentanea o guidata dall' euforia circolatoria. L' ho affermata perché era ineluttabile, l' ho ripetuta perché era indiscutibile, dal momento che le mie incertezze non reggevano più alla spinta potente che percuoteva il sentire, che scuoteva anima e corpo. Anche la prima volta che mi è stato detto "ti amo" è stato un bel sussulto per tutto il corpo. Parlo di quando lo ha sussurrato, guardandomi negli occhi con i suoi che brillavano a loro volta con sognante incredulità. Lo disse perché fu inevitabile, lo constatò e me lo comunicò perché si rendeva conto che era la pura verità, perché sentiva che  lo attendevo e non riuscì a negarlo malgrado una cocciutaggine planetaria. E  nell' attimo in cui glielo ho detto e lei me lo ha detto, è coinciso con la magia,  il sentimento si è moltiplicato, stupendo, di quella meraviglia che fa intendere quanto sia stato  straordinario, quanto è stato eclatante infrangere i pudori sentimentali. Anche il sentire con l' anima, talvolta e preferibilmente, ha bisogno del dire. La cornice musicale per questa ebdomada si sviluppa con una argomentazione notistica per cui la genuinità dell'estemporaneità compositiva prevale sul rigore della elaborazione e della rifinitura artistica e sulla profondità espressiva. La partitura musicale  si avvicina ai canoni dei notturni classici, tanto che l' intero impianto diffonde note ardenti e dolci melodie, simili al moto ondulante dei salici accarezzati dal vento tiepido primaverile. Buon ascolto.