La riva dei pensieri

Poesie nel cassetto


Ho sempre amato molto la poesia d' amore. A parte qualche frammento adolescenziale che per vanità distribuivo tra i banchi del liceo a qualche compagna di classe, le tengo ben celate nel cassetto della scrivania, non per lucida consapevolezza dei miei limiti, ma per affetto e rispetto nei confronti degli amici e dei colleghi cui ho risparmiato l' incubo del: "Che ne pensi?". E poi la poesia d'amore perfetta, quella che avrei voluto davvero scrivere, quella che dice l'indicibile con poche righe in realtà è già stata scritta da una donna molti molti molti anni fa. Sto parlando di un frammento lirico di Saffo. Comincia più o meno così: "A me pare uguale per felicità a un dio quell'uomo che di fronte ti siede e da vicino ti ascolta dolcemente parlare e con incanto sorridi d'amore..." Scusate la mia traduzione; certamente ne troverete altre molto più aderenti all' originale.  Poscritto:  Properzio e Catullo  ci hanno provato, ma, ahimè, erano poeti e in realtà l'hanno riscritta, non tradotta.La proposta musicale è un allegro con brio fra i più indimenticabili dell' opera omnnia della scrittura pianistica, con quell'accordo pertinace replicato nel registro grave soprattutto con l' uso della pedaliera. Da questa modalità strumentistica nasce poco alla volta un'idea, un tremito brillante, un palpito essenziale, abbastanza distante da una partitura essenzialmente basata sulla sonata. Proprio questa stesura musicale, intensificata da tintinnii interminabili e da fruscianti didascalie musicali in ottava della coda, apre al Compositore obiettivi intensi, anticìpando le sonorità dell' impressionismo musicale. Buon ascolto                                           Appendice dignitosaCirca mezzo secolo fà il Cagliari fu la prima squadra del sud Italia a vincere lo scudetto. Da allora solo il Napoli, per tre volte, è riuscito nell'impresa di strappare il titolo alle squadre da Roma in su. In oltre mezzo secolo è cambiato il mondo ma non la retorica che accompagna queste vittorie. Alla tv e sui giornali viene usata una parola che più delle altre intende descrivere l'evento dal punto di vista sociale: riscatto. Dei napoletani e del sud intero. Come se vincere il campionato di calcio pareggiasse il conto delle differenze di opportunità e benessere che ancora dividono in due il Paese. Affermarlo oggi non ha sensoo e solo chi é prigioniero di antichi stereotipi può usare quella parola con tanta disinvoltura. A pera. Personalmente non mi devo riscattare da nulla e, purtroppo, deve combattere l'ignoranza e il senso di superiorità insito nel Dna di molti connazionali per i quali sardi, calabresi, siciliani, lucani, campani e pugliesi siamo un peso per l'economia e lo sviluppo del Paese. Ammetto che c'è ancora tanto da fare perché non tutta l'Italia gira alla stessa velocità ma disconoscere i progressi e tentare di dirottare le risorse verso chi non le "spreca" sarebbe delittuoso. E' una gestione economica  attuata sul presupposto delle differenze sarebbe la tomba dell'unità per la quale anche il Sud si è battuto e ha lasciato i suoi morti ed eroi. Altro che riscatto.