Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
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Messaggi di Luglio 2020
E' necessario che assapori la libertà e solo le vele e il mio adorato mare me la concedono. |
Veleggio nel mare infinito di ricordi evidenziati nella mente e nel cuore. Sono un vero somaro: “calzato e vestito”, come diceva nonna. Da mesi parlo e leggo di covid conferendoli il genere maschile. Invece no: covid è femminile. Non lo sostiene la Boldrini, che del femminismo lessicale è sacerdotessa riconosciuta e venerata, bensì il'illustre professore Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca, ossia la corte di cassazione della lingua italiana. Covid è un acronimo, dove Co sta per Corona, Vi per virus e D per disease, cioè malattia. E qui sta il punto: covid è malattia; e come tale, affermano i cruscanti, è di genere femminile. Una volta, davanti a questa suprema autorità, avrei chinato la testa e accettato il verdetto. Ma da alcuni anni la mia ubbidienza alle sue decisioni non è più assoluta. Il setaccio dell'Accademia oggi ha trame meno fitte. Il modernismo ha sopraffatto la modernità, la tolleranza ha prevalso sul rigore. Troppo sensibile agli umori delle masse e dei media, non è più, come una volta, il baluardo difensivo dell'ortodossia linguistica. Perciò oso obiettare: anche il diabete è malattia, eppure è di genere maschile, e l'asma è di ambo i generi. Dirimerà la spinosa questione, con apposito decreto, Giuseppe Conte sentito il parere del suo esperto in comunicazione Rocco Casalino. Ai polli, si sa, piace la Crusca. |
Di tanto in tanto vengono elaborate delle confusioni lessicali così assurde che possono nascere solo dalla contezza di abbarbagliare. Per esempio quando si parla di estrazione dalle cave viene utilizzato il verbo coltivare, come se il mio granito sardo fosse un oggetto che se lo innaffi ricresce, e le distese di torri eoliche che ronzano sulle dolci colline della mia Terra le chiamiano parchi, come le zone che manteniamo integre e selvagge per rispetto verso la natura. Invece biblioteche, archivi e musei vengono definiti giacimenti culturali. Affiancano i lemmi di questo intervento le note delicate insieme all'effluvio lirico che il pentagramma racchiude. Il percorso melodico ha il fascino di un gioco seducente nel quale l'autore raggiunge un equilibrio ideale; la sua struttura musicale ben definita è infatti più grande di quanto possa apparire a prima vista. La levigatezza semplice e delicata della notazione, la controllata concisione del discorso rammentano la chiarità e la nitidezza delle più pure espressioni romantiche del Settecento francese, mentre la rifinitezza dell'insieme, la linearità della forma e l'intonazione del contenuto rendono il brano pianistico un meraviglioso, piccolo gioiello. Dall'ostentazione superba di ricchezza e di magnificenza del Re Sole in poi il galletto francese ha indossato la livrea del pavone. Ha gonfiato le piume e, rivendicando glorie che il suo passato non contempla, si è messo a cantare sul balcone della Storia. I miei cugini d' oltralpe ostentano una “grandeur” che loro stessi si attribuiscono e pretendono che gli altri gliela riconoscano. Questo comportamento, che spesso diventa arroganza, personalmente non l'ho mai gradito, ma non mi ha mai irritato. L' ho sempre valutato con sufficienza, talvolta compatendolo come si fa con un bambino che si atteggia a adulto, consapevole, come scrisse Giuseppe Giusti, che noi "eravamo già grandi e là non eran ancor nati". Due atteggiamenti, il nostro e il loro, contrapposti: loro proteggono l'identità nazionale, noi soffochiamo la nostra, quasi vergognandocene. L'esempio più eclatante è la difesa della lingua. Loro la tutelano in maniera maniacale, come facevamo noi in epoca fascista (sigh), adattando con forza le parole straniere al francese; noi importiamo vocaboli e locuzioni come se l'italiano non avesse autonome capacità espressive. Conte e i suoi ministri hanno sostituito “isolamento” con “lockdown”, Macron ha parlato sempre e soltanto di “déconfinement”. Forse ha ragione il filosofo Michel Onfray: "Quando si impoverisce la lingua si vogliono manipolare le menti". |
Spigolature
AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde
PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.
"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".
Inviato da: maresogno67
il 25/04/2024 alle 18:50
Inviato da: gianor1
il 24/04/2024 alle 20:04
Inviato da: Estelle_k
il 24/04/2024 alle 19:17
Inviato da: gianor1
il 24/04/2024 alle 14:45
Inviato da: gianor1
il 24/04/2024 alle 14:43