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Edilizia in & out: tutto è relativo


Sono usciti venerdì scorso i dati sull'edilizia negli USA. Uno sopra e uno sotto le attese. Tempo fa sentii un quotato personaggio italiano rimandare le prospettive del settore edile in Italia a quelle che stavano, negli USA, sostenendo la sua azienda... paragone oserei dire folle.Come se proprio il settore edile potesse disancorarsi dalla legge della domanda e dell'offerta. E se c'è un segmento in cui la domanda è determinabile chiaramente è proprio quello edile: vale a dire l'indice di natalità e più in senso ampio, l'andamento demografico sono la base da cui nasce la domanda di case. Smaltito infatti l'effetto delle famiglie mono-persona (ampiamente contabilizzato da anni con migliaia di mono-bilocali ad hoc) solo un forte trend demografico potrebbe rilanciare un settore "saturizzato dalla costruzione di migliaia e migliaia di nuove abitazioni. Edificazioni sorte spesso in comuni già colmi di immobili inutilizzati e frutto di mere speculazioni, riciclaggio e perché no mazzette a politici che hanno messo i portafogli del Comune se non i propri personali davanti a un qualsivoglia progetto di crescita urbanisticamente sostenibile.Ora dunque o inizia la ripopolazione a suon di neonati e immigrazione selvaggia oppure in Italia , il settore immobiliare non ha alcuna prospettiva di ripresa se non ciclicamente per chi cercherà qualche immobile di maggior e pregio o in zone turistiche meno colpite da quanto descritto.Negli Usa la crescita demografica è costante...non a caso il numero di grenn card annuali si modula in funzione del saldo di natalità:ecco perché il paragone era e resta improponibile.Quindi gente occhio a considerare il mattone italico interessante perché i prezzi sono bassi. Come diceva tale Einstein: "tutto è relativo".