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Borsa italiana di corsa: come mai?


Alzi la mano chi non pensava che in caso di vittoria del NO le borse ed in particolare la nostra si sarebbero schiantate  con ribassi significativi.E invece, almeno fino a ieri, abbiamo assistito a un rialzo importante.Come mai?Premettiamo  per correttezza che noi tra la consapevolezza che il proprio voto NO e i rischi del mercato abbiamo optato per una prudente opzione FLAT (ovvero tutte le posizioni in liquidità). Si era per la verità tentati dallo SHORT ma i nostri indicatori quantitativi e gli esiti post Trump e BREXIT (anche lì eravamo comunque FLAT) ce lo hanno fortemente sconsigliato.Veniamo dunque ad elencare una serie di motivi che potrebbero essere stati alla base di questo inatteso rally post NO:- l'Italia, checché a livello internazionale si cerchi sempre di sminuirla, non è la Grecia. Una concreta minaccia di default italico avrebbe effetti ben più devastanti di un eventuale fallimento ellenico. Il NO del popolo italiano ha dunque dato una scossa ai cosiddetti poteri forti che hanno probabilmente compreso che la manovra di colonizzazione e depauperamento del belpaese non è così semplice. Buttare a mare una nazione (il crollo delle borse e la ripartenza dello spread avrebbero messo a serio rischio la stabilità finanziaria dell'Italia)avrebbe avuto effetti ben più devastanti di quelli visti con la Grecia e prima con Lehman Brothers. Molti cordoni fin qui tirati si sono immediatamente allentati. A cominciare da concrete manovre di sostegno alle banche in crisi non con liquidità inutile ma rilevando asset tossici(come accaduto in USA e Gran Bretagna che grazie a questo sono fuori dalla crisi sistemica da tempo).Le concessioni sui conti pubblici fatte a Spagna e Francia ma non all'Italia ora saranno di nuovo oggetto di trattativa; ma chi ci rappresenterà avrà comunque la forza di un malcontento del 60% e a livello giovanile dell'80%.-Ecco, questo splendido voto dei giovani ha sicuramente avuto una parte rilevante nello "spavento" e nella valutazione di ciò che potrebbe accadere in Italia nel caso si tirasse troppo la corda. Il secco NO alle modifiche referendarie è, a leggere bene le dinamiche futuribili, la premessa a un assioma pericoloso per "lorsignori": ovvero, un eventuale voto (per quanto non decisionale come questo) su UE sì UE no come finirebbe?Crediamo che il timore che questo nuovo fronte popolare che si è creato trasversalmente contro la solita politica (che chiama riforme norme accentratrici e confuse) abbia inciso molto nella direzione che si è voluto dare ai mercati nell'immediato post referendum. La corda era già molto tirata ha detto il voto...inutile gettare altra benzina sul fuoco quasi a punire un elettorato già di per se incattivito.D'altronde se è vero che in Germania vi sono forti pulsioni nel nord (in zona Amburgo si dice che i marchi siano già stampati e pronti da tempo) a un distacco da UE ed Euro è altrettanto chiaro che chi governa i teutoni sa bene che il marco, senza le zavorre mediterranee, volerebbe rapidamente a 4.000 lire rendendo le esportazioni tedesche inavvicinabili per buona parte degli attuali compratori. Nessuno in Italia invece pare consapevole di quante volte la nostra lira ci ha aiutato con profonde e salutari svalutazioni. Manovre  che, certo, ci toglievano potere d'acquisto sui prodotti stranieri ma allo stesso tempo garantivano al nostro paese una crescita più stabile e soprattutto sostenibile.In conclusione possiamo dire che in questo voto popolare si è racchiusa una forza di cui i mercati hanno dovuto tenere conto. Molto più probabile che eventualmente tornino a punirci nel caso gli scenari prossimi venturi tornino confusi e segnalino debolezza: governicchi e/o campagna elettorale con schieramenti confusi che promettano ingovernabilità torneranno ad essere le "portate" politiche a noi servite al "pranzo" dei mercati internazionali. E non possiamo permettercelo.