ACCADEMIAdegliSVEVI

LA STORIA: LUCERA (FG): UNA PAGINA DA LEGGERE …


Nel 1200 Lucera ( Foggia) vive una delle pagine più interessanti della Storia. Federico II di Svevia trapianta lì una numerosissima colonia di Saraceni. Per accattivarsi gli Arabi e renderli fedeli al Suo Impero, ne asseconda abitudini e modi di vivere, accorda privilegi, concede apprezzamenti di terreno incolti e capi di bestiame affinchè essi potessero vivere in pace e svilupparsi.“ La città con le moschee e con i minareti, dai quali le voci dei moezzin invocavano giornalmente Allah e il suo profeta, con le strade piene di uomini dai volti bruni e perlustrate da arcieri della guardia reale doveva realmente dare l’impressione di una città della Siria. E allo sconosciuto che nell’oscurità della notte udiva l’eco della voce del moezzin e il ruggito dei leoni o il barrito degli elefanti, deve aver dato l’impressione di trovarsi ai confini del deserto, anziché nel centro della vasta pianura pugliese” (prof. Egidi, storico)La Città senza Croci, circondata da mura austere di protezione, in cui si compiono pubblicamente i riti dell’Islamismo, adorna secondo le abitudini del Vicino Oriente, dotata di un serraglio di animali esotici, di minareti e di un’imponente moschea, il primo grande luogo pubblico di culto Islamico eretto in Italia. (Anno 1220).Lucera diventa così un grande centro sia sotto il profilo demografico, agricolo che edile, commerciale ed artigianale. Federico II vi erge un sontuoso Palatium, sua ordinaria residenza di svago, dove gli scavi hanno rivelato testimonianze di vita opulenta, una Zecca, un’Accademia delle Scienze ed un Grande Mercato Generale.  Nel 1261, Gamal al Din, inviato dal Sultano d’Egitto alla corte Sveva di Re Manfredi, riferisce di aver trovato una città (chiamata in arabo Lugarah)  affollata da uomini dai volti bruni e dai turbanti d’oro che compivano la Preghiera del Venerdì e tutti i riti pubblici dell’Islam in piena libertà.Quale furono gli effetti nei confronti dello Stato Svevo? La riconoscenza si concretizzò nella libera e piena integrazione all’Impero: le truppe saracene di Lucera, composte da abilissimi cavalleggeri ed arcieri, furono pronte a marciare contro qualsiasi oppositore del loro Re; la Lucera Saracinorum divenne un’isola Islamica nel centro della cattolicissima Italia Meridionale; subisce un incremento civile e sociale impetuoso, divenendo il centro di notevoli traffici commerciali; la sua affermazione diventa tale da rappresentare una “spina nel fianco” per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana che la definisce “luogo temuto ed infetto, in cui un elevato numero di sanguinari mulsumani sono ormai gli unici padroni del circondario sotto la scomunicata bandiera Sveva”.Morto Federico II e passata la corona a Manfredi, l’impero  sarebbe sfuggito per sempre dalle mani degli Svevi se gli “Arabi di Lucera” non avessero sostenuto con decisione il loro Re Manfredi, sebbene quasi tutte le città del Meridione voltassero le spalle al figlio di Federico. In poco tempo Lucera diviene centro di raccolta di tutti i Soldati Ghibellini sparsi per l’Italia,  desiderosi di dare il loro contributo di onore al Re germanico che da qui, sfidando gli interessi e la collera Papale, tenta di organizzare la riconquista del Regno, riuscendo coi suoi “Fidi Saraceni” ad avere la meglio sull’esercito avversario. Il Principe Svevo è a un passo dal realizzare il “Sogno” di un’unificazione Ghibellina dell’Italia, ma a questa vicenda, che ha Lucera come fulcro, la storiografia ufficiale non ha mai potuto e voluto prestare adeguata attenzione.Spingendo la Casa d’Angiò contro Manfredi, il Papa francese Clemente IV ha buon gioco nell’offrire la corona di Sicilia a Carlo di Provenza, figlio di Luigi VIII re di Francia. Questi, giunto in Italia nell’aprile del 1265 fu incoronato Re di Puglia e, con un esercito di 30.000 avventurieri, francesi, esercito papalino e traditori meridionali assoldati, a nord di Benevento si scontra ed ha la meglio sull’esercito di Manfredi, composto da tedeschi, Saraceni e Pugliesi uniti sotto la bandiera Sveva.Anche Corradino, ultimo esponente della Casa Sveva viene catturato ed ucciso a Napoli tre anni dopo, nel 1268. Il Mezzogiorno d’Italia è ormai saldo nelle mani degli Angioini e del Papa. Il sogno di Federico II e di Manfredi di un Mondo di Logica, di Conoscenza, di Scienza al di là delle Razze, del Genere umano e delle Religioni…. Svanisce per sempre.