Creato da Acchiappa_Guru il 13/09/2007

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L'Effetto Barnum


"Sei una persona mite ma che sa farsi valere"


(Ovvero perché si crede alle pseudoscienze e all'astrologia)



Le obiezioni degli scettici nei confronti dell’astrologia (ma il discorso vale anche per altre discipline) spesso si scontrano con l’esperienza dei lettori di oroscopi o, più ancora, dei clienti di maghi e veggenti vari: i profili caratteriali tracciati a partire dal tema natale sembrano proprio descriverci a meraviglia! Scartate perché impossibili tutte le tecniche di cold reading, l’astrologo ha comunque un potente strumento per rendere i suoi oroscopi convincenti: il cosiddetto Effetto Barnum.

P. T. Barnum, l’impresario del celebre circo americano, soleva dire che i suoi spettacoli avevano tanto successo perché in essi si poteva trovare “qualcosa per ciascuno:” i numeri erano talmente vari che tutti trovavano qualcosa di loro gusto.
Per capire come sia possibile applicare questo principio alla stesura di un oroscopo, bisogna fare un salto in avanti di quasi un secolo dai tempi di Barnum. Alla fine degli anni ’40 lo psicologo americano Bertram R. Forer teneva un corso introduttivo ad una quarantina di studenti del primo anno in un’università della California. Aveva appena parlato del “Diagnostic Interest Blank”, un questionario standardizzato da lui sviluppato per cercare di descrivere in maniera sintetica ed oggettiva il carattere di una persona. Per mostrare il funzionamento del sistema, chiese ai suoi studenti di compilare il questionario stesso: sulla base dei risultati, avrebbe tracciato un breve profilo caratteristico di ciascuno.
Trascorso il tempo necessario per esaminare i questionari, Forer consegnò ad ogni studente una busta contenente un profilo caratteriale in tredici punti, chiedendo di esprimere con un punteggio da zero a cinque quanto buona fosse la descrizione.
Il risultato fu quello che il professore si aspettava: quasi tutti gli studenti avevano dato un punteggio alto, quattro o cinque (i punteggio medio risultò essere 4.2), mentre nessuno aveva dato zero o uno: i profili preparati da Forer erano veramente azzeccati!

Ma Forer aveva imbrogliato, a fin di bene, i suoi studenti. I profili caratteristici “personalizzati” erano tutti uguali! Ecco la traduzione dei tredici punti del testo originale:

1. Hai molto bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino.
2. Hai una tendenza ad essere critico nei confronti di te stesso.
3. Hai molte capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio.
4. Pur avendo alcune debolezze nel carattere, sei generalmente in grado di porvi rimedio.
5. Il tuo equilibrio sessuale è stato in qualche modo problematico.
6. Disciplinato e controllato all’esterno, tendi ad essere preoccupato ed insicuro dentro di te.
7. A volte dubiti seriamente di aver preso la giusta decisione o di aver fatto la cosa giusta.
8. Preferisci una certa dose di cambiamento e varietà e ti senti insoddisfatto se obbligato a restrizioni e limitazioni.
9. Ti vanti di essere indipendente nelle tue idee e di non accettare le opinioni degli altri senza una prova che ti soddisfi.
10. Hai scoperto che è imprudente essere troppo sinceri nel rivelarsi agli altri.
11. A volte sei estroverso, affabile, socievole, mentre altre volte sei introverso, diffidente e riservato.
12. Alcune delle tue aspirazioni tendono ad essere davvero irrealistiche.
13. La sicurezza è uno degli obiettivi principali nella tua vita.

Forer, proprio come Barnum, aveva messo nel testo consegnato agli studenti “qualcosa per ciascuno”: un po’ di tutto in modo che chiunque trovasse qualcosa (o anche più di qualcosa) che si adattava al proprio carattere.

Esaminando i tredici punti del profilo ci si accorge subito di alcuni trucchi che si possono usare: primo di tutti, fare affermazioni contraddittorie (ed esempio la 6 o la 11). Dato che sono frasi che affermano sia una cosa sia il suo contrario, nella peggiore delle ipotesi saranno sbagliate soltanto a metà. Tuttavia, dato che raramente il carattere di una persona è monolitico, la probabilità che la persona si riconosca nella contraddizione stessa più ancora che in una delle due metà è molto alta.
Un altro trucco, quasi ovvio, è fare affermazioni talmente scontate da essere vere per chiunque, come ad esempio la numero 7: chi è così sicuro di sé da essere sempre certo di aver fatto la scelta giusta? Un terzo trucco è quello di sbilanciarsi leggermente verso una descrizione positiva del carattere, cercando sempre di compensare eventuali “difetti” (come nel punto numero 4): lasciando stare le lodi sperticate, un profilo “positivo” non solo compiace chi lo legge, ma lo rende anche più disposto a crederci.

Cosa si può imparare dalla storia dell’“effetto Barnum”? La lezione che anche Forer trae, nell’articolo in cui descrive l’esperimento, è che è molto difficile far valutare al soggetto stesso la bontà di una descrizione del proprio carattere (è da notare come questo è vero non solo per le descrizioni astrologiche o in generale “paranormali”, ma anche quelle ottenute con serissime tecniche psicologiche).
La seconda lezione è che è facile fare un oroscopo completamente generico, in cui tutti possano riconoscersi: in una nota a piè di pagina, Forer osserva come le frasi da lui usate per comporre il “profilo universale” erano prese… da un libretto di astrologia acquistato in edicola!

Bibliografia:

M. Hamilton, “Who believes in astrology? Effect of favorableness of astrologically derived personality descriptions on acceptance of astrology”, Personality and Individual Differences 31:895-902 (2001)

B. R. Forer, “The fallacy of personal validation: a classroom demonstration of gullibility”, Journal of Abnormal and Social Psychology 44:118-123 (1949).

French, C. C., Fowler, M., McCarthy, K., Peers, D., “Belief in astrology: a test of the Barnum effect”, Skeptical Inquirer 15, 2:166-172 (1991)

Dickson, D. H., Kelly, I. W., “The Barnum effect in personality assessment: a review of the literature” Psychological Reports 57:367-382 (1985)


Articolo di Stefano Bagnasco, Fonte:
Cicap

 
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