Creato da Acchiappa_Misteri il 19/01/2008

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Atlantide, l'origine del Mito: il Timeo


CRIZIA: Ascolta dunque, Socrate, un racconto piuttosto strano, ma assolutamente vero, come disse una volta Solone, il più sapiente dei Sette. [..] A mio nonno Crizia raccontò dunque, e il vecchio a sua volta narrò a noi, che grandi e straordinarie imprese compiute anticamente da questa città (Atene, n.d.r.) erano state cancellate dal tempo e dalla morte degli uomini; e fra quelle ce n'è una, la più grande di tutte, che forse è giusto ricordare per contraccambiare te e per elogiare in modo veramente degno la dea nel giorno della sua festa pubblica come cantando un inno.
SOCRATE: Hai ragione. Ma qual è, insomma, questa antica impresa che Crizia raccontava per averla udita da Solone non come un'invenzione ma come effettivamente compiuta da questa città?
CRIZIA: [..] «Riguardava» rispose il vecchio «l'impresa più importante e più degna di diventare famosa che la nostra città avesse mai compiuto, sebbene non sia giunta a noi per il tempo trascorso e per la morte di coloro che l'avevano compiuta.» [..]
«C'è in Egitto, nel Delta, là dove al vertice si divide il corso del Nilo, la provincia detta Saitica, e di questa provincia è capitale Sais: da lì provenne anche il re Amasi. Secondo gli abitanti, fondatrice di quella città fu una dea, che in egiziano si chiama Neith, e in greco, come dicono loro, Atena: infatti essi sono molto amici degli Ateniesi e si vantano di essere, in un certo senso, nostri parenti.
Solone dunque raccontava che, non appena arrivato lì, ricevette grandi onori presso di loro e, informandosi una volta delle tradizioni antiche dai sacerdoti più dotti in queste cose, scoprì che né egli stesso né alcun altro greco sapeva praticamente nulla di tutto ciò.
E un giorno, volendo indurli a parlare dei fatti antichi, si mise a raccontare la storia per noi più antica, le vicende di Foraneo, che si considera il primo uomo, e di Niobe, e narrò come dopo il diluvio sopravvissero Deucalione e Pirra, ed espose la loro discendenza, tentando di contare quan­ti anni fossero passati dagli avvenimenti che raccontava e di datarli. Ma uno di quei sacerdoti, che era molto anziano, disse: "Solone, voi Greci siete sempre ragazzi, un vecchio fra i Greci non esiste!".
All'udire queste parole, egli chiese: "Ma che vuoi dire?". "Siete tutti spiritualmente giovani," rispose "perché nelle vostre menti non avete nessuna antica opinione formatasi per lunga tradizione e nessuna conoscenza incanutita dal tempo. E il motivo è questo: avvennero e avverranno ancora per l'umanità molte distruzioni in molti modi, le più grandi con il fuoco e l'acqua, e altre minori per infinite altre cause. [..]
E quanto accade fra voi o qui o altrove, di cui noi abbiamo avuto notizia, purché sia un avvenimento bello o grande o comunque insolito, fin dai tempi antichi si trova tutto registrato e conservato qui nei templi.
Invece fra voi e fra gli altri popoli, non appena organizzate un poco le cose di volta in volta con la scrittura e con quanto occorre alle città, ecco che di nuovo, a intervalli regolari, come una malattia si abbatte su di voi un diluvio dal cielo, e lascia sopravvivere solo quelli di voi che sono analfabeti e incolti, sicché ogni volta ritornate da capo giovani, per così dire, senza sapere nulla di quanto avvenne anticamente né qui né fra voi.
Dunque, Solone, le genealogie che tu ci hai narrato sulla vostra storia sono ben poco diverse dalle favole dei bambini, dato che voi in primo luogo vi ricordate di un solo diluvio terrestre, mentre prima ce n'erano stati già molti, e inoltre non sapete che la razza umana più bella e migliore visse proprio fra voi, nella vostra terra, e da essa discendete tu e tutta la vostra cittadinanza attuale, essendone rimasto allora un piccolo seme; ma tutto questo vi sfugge, perché per molte generazioni i sopravvissuti sono morti senza avere conosciuto la scrittura.
Allora infatti, Solone, prima della distruzione grandissima provocata dalle acque, la città che ora si chiama Atene era fortissima nelle armi come in tutto il resto, e straordinariamente ben governata; ecco perché si dice che da essa provennero le più belle imprese e i migliori ordinamenti fra tutti quelli di cui sotto il cielo noi abbiamo avuto notizia."
«Solone disse che, all'udire tali parole, si meravigliò e provò un grandissimo desiderio di chiedere ai sacerdoti di spiegargli per filo e per segno tutto quanto riguardasse i suoi antichi concittadini. E il sacerdote gli rispose: "Niente lo vieta, Solone, anzi te lo racconterò in onor tuo e della vostra città, ma soprattutto della divinità che ha avuto in sorte, ha allevato e istruito la vostra città e questa nostra. [..]
«Molte dunque e grandi sono le imprese registrate qui che di voi si ammirano; ma ce n'è una che le supera tutte per importanza e valore. Dicono infatti i nostri testi che la vostra città arrestò un enorme esercito, che con prepotenza stava avanzando contro tutta l'Europa e l'Asia insieme, provenien­te da fuori, dal mare Atlantico: allora infatti quel mare era navigabile, perché c'era un'isola di fronte allo stretto chiamato (come dite voi) Colonne d'Eracle.
Quell'isola era più ampia della Libia e dell'Asia messe insieme; e da essa i naviganti di quel tempo potevano passare sulle altre isole, e da esse su tutto il continente opposto intorno a quello che allora era un vero e proprio mare.
Infatti, tutto quanto si trova al di qua dell'imboccatura di cui stiamo parlando, sembra un porto con una foce stretta; ma di là c'è veramente il mare, e la terra-ferma che lo circonda si potrebbe perfettamente considerare un continente.
In quest'isola di Atlantide si era formata una grande e straordinaria monarchia, che dominava tutta l'isola e anche molte altre isole e regioni del continente; inoltre governava, da questa parte dello stretto, la Libia fino all'Egitto, e l'Europa fino alla Tirrenia.
Questa potenza dunque, concentrate tutte le sue forze, si accinse un tempo ad asservire d'un sol colpo la vostra e la nostra terra e tutta la regione al di qua dello stretto. Proprio in quel tempo, Solone, la potenza della vostra città divenne famosa fra tutti gli uomini per valore e forza. Sopravanzando infatti tutti quanti nella generosità e nelle arti belliche, prima a capo dei Greci, poi inevitabilmente da sola, perché gli altri si erano ritirati, pur essendo giunta all'estremo pericolo riuscì a sconfiggere gli invasori e a trionfare su di loro, e impedì che fossero fatti schiavi coloro che non erano ancora mai stati asserviti, mentre diede generosamente la libertà a tutti noi, che abitiamo al di qua dei confini di Eracle.
«Ma in seguito si verificarono immensi terremoti e cataclismi, al sopraggiungere di un sol giorno e di una sola notte terribili, in cui il vostro esercito fu inghiottito tutto quanto dalla terra, e anche l'isola di Atlantide s'inabissò nel mare e sparì: ecco perché, anche ora, quel mare risulta ormai inaccessibile e inesplorabile, essendoci l'ostacolo del fango dei bassifondi che l'isola depositò inabissandosi.»


Platone, Timeo

Timeo, Testo completo

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