Spremi-acume di film

COSì COME I FILM NON SONO LA VITA...


Per un banchiere è meno grave scappare con la cassa che parlare con un giornalista. L’avesse scritto Oscar Wilde sarebbe solo una battuta divertente, invece lo ha detto Enrico Cuccia, leggendario presidente di Mediobanca, e in tutta la sua lunga vita non si è mai smentito. Né ha scritto libri o fatto conferenze. La figura dell’anziano signore che percorre a piedi, curvo, le strade di Milano, senza mai degnare di uno sguardo né rispondere al cronista, che lo segue e lo bersaglia di infinite domande, è una vera icona della storia della comunicazione d’impresa. Errò solo col sosia di Massimo D’Alema, allora presidente del Consiglio, salutandolo per cortesia ma mandato da Striscia la Notizia.                  
 Ma perché fare qualcosa se poi non la comunichi? Si chiedeva un personaggio di un film di Woody Allen. Ma questa è una battuta. Invece il punto centrale è che non comunicare vuole dire fare una cattiva comunicazione. Il banchiere in realtà dava un messaggio. Se c’è per esempio un silenzio stampa e poi affermare ai giornalisti –non posso parlare-, già si sta violando lo stesso silenzio perché si presuppone ci sia un motivo o un’oppressione che spinge dietro a non poter parlare. E via discorrendo.                                                        
In tempi di boom di Neorealismo J.L.Godard diceva che ogni immagine è bella non perché sia bella in sé, ma perché è lo splendore del vero.Oggi invece i filtri, non solo quelli fotografici di albe e tramonti o di piogge e nebbie, luci o ombre, quelli, sono i veri prestigiatori. Andiamone alla ricerca, andiamo a caccia. Questo video è un esempio di partenza.