Adagiocoldisagio

Vitreo


Alex e'stufo, stufo dei suoi sabati sera, del ritrovo in piazza al freddo mani in tasca, stufo del "dove andiamo"?, stufo delle macchine stipate di pirla e dei vetri appannati, della musica del cazzo a palla, stufo della discoteca, dei buttafuori coglioni e del suo tunz tunz, del dopobarba da 4 soldi, stufo di quelle puttanelle che cagano sempre qualcun altro, stufo degli imbarazzi, della statale deserta e dei semafori lampeggianti, della coglioneria, dell'ultima birra, del rientro alle 4 del mattino, stufo del padre che cristona, stufo di timbrare il cartellino e del suo capo. Poi Alex incontra Debora, ha uno sguardo dolce, fa quasi tutto lei, stare con lei e' come il calcetto al sabato, come i pneumatici ribassati sulla sua peugot 209. Ora Alex e' stufo, stufo delle pappette, stufo del passeggino, delle domeniche a pranzo dai suoceri, stufo delle vacanze con i cognati, stufo della sua tessera Blockbuster, del borotalco e del lysoform, delle smagliature, dei cuscinetti e degli scazzi di Debora, stufo delle mille buste di plastica strapiene del Carrefour e dei 27 chili dei 3 pacchi da 6 di acqua minerale, del cinemino la domenica con le altre coppie, stufo della pizza al sabato sera e della ciulatina del venerdi', della partita su Sky al bar e della playstation, stufo delle riunioni di condominio. Lo vedo con passo incerto che spinge il passeggino come un corpo estraneo, le mani sempre timidamente in tasca, mi chiede se ho da accendere, gli rispondo di no, si guarda intorno con aria assorta, se anche gli passasse la vita davanti agli occhi non se ne accorgerebbe. Alex forse sta pensando che avrebbe bisogno di qualcosa di nuovo, qualcosa di nuovo di cui annoiarsi.