Adagiocoldisagio

Non si vuole leggere, non si vuol vedere spesso, ne ascoltare..è TRISTEZZA quando succede con chi legge, vede, ascolta con curiosità, impegno, sentimento. E' POVERTA' nell'altro.. La tristezza è però un occasione di crescita e la possibilità di farsi muscoli ... dentro e fuori.Saluti.

la parte alta dell'orecchio non basta per ascoltare. occorre altro.

"bastava volerlo fare"...Hai capito tutto tu...

già...

No. Non è così. Le parole dette non sono uguali a quelle che gli altri intuiscono. I messaggi che vogliamo lanciare non sono percepiti così come sgorgano dalla nostra mente. Allora le cose van dette, con la voce e le vibrazioni dolci che sa produrre quando son parole d'amore, con la voce tonante quando la rabbia o la passione ti scuotono l'anima. Mai lasciare al silenzio la spiegazione di noi, salvo non sia un tacere necessario atto a parlare in sincronia: ma allora è musica. Riavviato, resetta tutto.

mini sei implacabile, non me ne fai passare una..

Sono d'accordo. E' indispensabile pronunciarle quelle parole. Di rabbia, d'amore, d'odio, di rassegnazione. Sperare che "l'altro" intuisca è pura utopia. Poi c'è da augurarsi che ascolti, oltre che farsi entrare suoni nei padiglioni auricolari, chè spesso anche le parole dette si fermano sulla soglia e non entrano dentro.

("entrano dentro"...e dove altro potrebbero entrare..? Passamela così, và!)

e' "rafforzativo qualificativo", abusa pure