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Un blog creato da AdamoeLaSuaMela il 11/08/2008
 
 

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FOTOGRAFIE DI RICORDI MAI STATI

Post n°13 pubblicato il 14 Giugno 2011 da AdamoeLaSuaMela

….riaccorgersi di quel sorriso fra la gente lungo le vie del mare e le case bianche nella sera,

sole caldo ancora sulle guance e sapore di Irish Pub nelle parole da scambiare con musica alta che avvicina,

orme indelebili di amici e di risate a passi scalzi,sabbia delle prime spiagge, fermarne lo scivolare via fra le mani come in una clessidra senza tempo,

respirare ancora fra i capelli il gioco del vento, delicato abbraccio di un giovane sguardo,

suggestione di un viso fra una spalla e una carezza, quando tutto il resto è nulla…..

 

In certi istanti qualcuno si ritrova a sfogliare fotografie di ricordi mai stati, immaginando di averti già incontrata anni fa, in ognuna di quelle sere, lungo ciascuna di quelle vie e in tutti quegli istanti di un tempo in cui era giusto che fosse.

E quando l’immaginazione prende il posto della memoria in questo modo, non sempre ci si rende subito conto che quel tempo è ormai un tantino passato.

 

Spesso ci si azzecca a pensar male, ma non sempre ...

 
 
 

LO XENON

Post n°12 pubblicato il 24 Novembre 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Un metro e ottanta di jeans rossi con bande laterali di riporto secondo la moda dell'anno, stivaletti, maglione a striscione orizzontali multicolori sopra una camicia bianca, il tutto a nemmeno 24 ore dal compimento del diciassettesimo compleanno quasi a farmi sentire un pacco regalo in leggero ritardo. Non avrei creduto che tutto questo avesse potuto intenzionalmente pestarmi i piedi nella pista di quella discoteca, finché non lo vidi sedersi di spalle sul divanetto davanti a me per sbattermi volontariamente i lunghi capelli in faccia. (La perspicacia in tal senso a quel tempo non era la mia dote migliore!). Nel modo in cui ti eri fatta avanti c'era tutto il tuo carattere sbarazzino e ribelle della la stessa "Gianburrasca" che un giorno da piccola aveva raccolto in un fagotto i suoi "quattro stracci" dicendo alla mamma che avrebbe voluto andarsene di casa.
          Qualcosa di me in quella pista ti aveva suggerito che ero parecchio diverso da Riccardo ed io non avevo tardato a confermartelo chiedendoti il permesso per ogni mio primo gesto.
          Se questo fosse un copione di un film anni '50 a questo punto non stonerebbe scrivere del brano che accompagnò il primo ballo che avvenne una manciata di secondi dopo che mi fui liberato dai tuoi capelli ed alzato dal divanetto alle tue spalle per invitarti.
          E' un peccato che non riesca a ricordare quale fosse la musica di quel primo lento, ma in quella discoteca ci saremmo poi tornati diverse volte, e alcune note si sarebbero sovrapposte ad altre. In ogni caso, per non farti mancare la splendida sensazione di orticaria da patetico luogo comune, un pezzo che abbiamo ballato in diverse altre occasioni è "I Won't Hold You Back" dallo long play dei Toto "Toto IV". Da sempre ho legato la musica di questo brano a te, e dico musica anche perché fino a qualche anno fa per me l'inglese non era che un aggettivo per indicare la provenienza anglosassone di cose o persone. Oggi la mia conoscenza della lingua non è poi migliorata di molto, ma quanto basta per soddisfare la recente curiosità di tradurre il testo di quel brano e, per uno che non crede assolutamente nelle coincidenze del fato, devo ammettere sia assolutamente curiosa la similitudine di parte di quel testo con parte di ciò che sta dietro questa stessa lettera.

If I had another chance tonight
I'd try to tell you that the things we had were right

Time can erase the love we shared
But it gives me time to realize just how much you cared

Now you're gone, I'm really not the same,
I guess I have myself to blame

Time can erase the love we shared
But it gives to me the time to realize that you're the one instead

You know I won't hold you back now
The love we had just can't be found
You know I can't hold you back now
[...]

          Nel rispetto delle realtà di ciascuno, affiancherei un ballo con te su questa canzone ad una settimana alle tue adorate Maldive, ad un concerto insieme a Eric Clapton e a qualche mese da direttore d'azienda, fosse anche dovessi attendere su di una carrozzina con la dentiera tirata a lucido.
          All'uscita della discoteca di quel primo giorno, appoggiato al muro e con una biro che non scriveva, avevo inciso il tuo numero di telefono sul tagliando di febbraio del relativo abbonamento studenti atm. Il tuo recapito di casa aveva un "68". Lo ricordo perché per cercare di agevolare la successiva lettura dell'intarsio su cartoncino mi ero lanciato ad alta voce in una raffinata mnemotecnica: "uno in meno di 69", cui tu avevi reagito con adeguata espressione del viso.
          Fosti tu invece a chiamarmi la sera stessa dopo cena esordendo con: "Ti ricordi ancora di me ?". Di quell'istante oggi ricordo esattamente la posizione in cui mi trovavo, l'illuminazione della stanza, il pigiama e le pantofole che portavo e per alleggerire un po i toni, credo forse anche la temperatura e l'umidità dell'aria.
          Ci mettemmo daccordo per trovarci il sabato pomeriggio seguente di fronte a Pool in centro, dove io arrivai per primo e da dove vidi arrivare una mantella nera dai bordi azzurri che avvolgeva il procedere con passo deciso di uno sguardo fisso su di me. Avremmo incontrato la sfilata di carnevale quel giorno. Avevo rimosso completamente questo particolare, perché il frastuono di colori che lo aveva certamente accompagnato era nulla in confronto a te; fosti tu a ricordarmi del carnevale durante una delle nostre sporadiche birre del dopo.

 
 
 

LA CASA CON LA MANSARDA

Post n°11 pubblicato il 24 Novembre 2008 da AdamoeLaSuaMela

L'ordine esatto della sequenza di ricordi dovrebbe partire dalla fermata dell'autobus di fronte il supermercato, dove al tempo, dal limbo di chi è ancora dispensato dalle incombenze di casa, mi sembravano così grigi e tristi quei personaggi che entravano ed uscivano con i carrelli vuoti di tutto e pieni di nulla.

Devo però limitare i dettagli per rispetto a chi mai leggerà e salto quindi per decenza anche tutto il percorso a piedi fino all'ingresso. Evito anche l'ovvietà di ricamare sul tuo far capolino da dietro la porta ancor prima che l'ascensore mi portasse al piano.

E' strano ma ciò che rivivo più nitidamente oggi è lo sguardo di tua mamma che talvolta mi aspettava insieme a te, anche se in riservata disparte. In quegli istanti era certamente il tuo sorriso a trasformare in cornice tutto il resto eppure oggi, con il filtro dagli anni, lo sguardo della tua mamma riaffiora quasi fosse stato il vero elemento in primo piano. Per quanto la mia fervida fantasia si ostini sempre ad aiutare la memoria, credo di non allontanarmi troppo dal vero a descriverlo come una pennellata di dolcissimo entusiasmo su uno sfondo di malinconia. Tua mamma non arrivava certo da quella che si poteva definire una buona vicenda affettiva e vederti in quello stato particolare per il mio arrivo sembrava essere per lei un conforto, una speranza di miglior sorte per la propria figlia. Quel conforto che allora percepivo distrattamente, è per me oggi un'altra preziosa conferma di non essermi inventato tutto.

Pochi passi dividevano l'ingresso dalla scala a chiocciola nel ripostiglio che conduceva alla mansarda. In uno scenario classico dell'erotismo di qualsiasi epoca, gli elementi di quella mansarda che fanno da indice all'album di immagini che mi porto dietro sono di ben altro tipo.

Mi vengono in mente la sfera sfaccettata a piccoli specchi appesa al soffitto, la luce di lampada da tavolo della scrivania alle spalle della quale era un poster di mezzobusto femminile blu dalla pelle ricoperta di gocce d'acqua e con uno scuro cappello a nasconderne lo sguardo. Poi la copertina rossa con striscia bianca trasversale dell' LP "Diver Down" di Van Halen lasciata sullo stereo cui devo personale riconoscenza per non aver mai saputo coprire lo scricchiolio della scala a chiocciola. In quella stanza diversi erano stati i tentativi di apprendimento di un latino che non ne voleva sapere di abitare nelle nostre teste, perché probabilmente già affollate di altri pensieri.

Ancora oggi mi accade di trovarmi in luoghi che mi ricordano l'odore di quella mansarda, o forse certi luoghi ne inducono di soppiatto il ricordo ...

 
 
 

LA PIOLA DI MONGRENO

Post n°10 pubblicato il 24 Novembre 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Era una sera in collina, per la verità mezza collina, in un locale in stile volutamente rustico. La particolarità del posto consisteva in un paio di individui appositamente pagati per insultare i clienti, durante tutta la serata  fino alla consegna dello scontrino, il che, a seconda delle compagnie, non era infrequente avvenisse immediatamente dopo averci messo piede. Un bel posto insomma, di quelli tipici; un 'occasione imperdibile per degli amici di liceo che non sapevano mai dove portare le compagne dalla puzza sotto il naso.
          Quella sera io e te eravamo seduti di fronte, ad un tavolo che al confronto il muretto di Alassio sarebbe sembrato un foglio in bianco. Indossavi un maglione rosa a nido d'ape e, perdona la definizione da non addetto, degli orecchini a pendaglio dorati. Questa volta non emergono altri particolari del tuo abbigliamento perché la fotografia emotiva che ho di quella sera è un primo piano sul tuo sguardo con uno sfondo silenzioso di confusione, di amici e di risate.
          Ricordo ad un tratto di essermi accorto dei tuoi occhi diventare di un "lucido affascinato" che diversamente non avrei saputo dire.
          Qualcuno potrebbe sarcasticamente commentare che avrebbe potuto trattarsi degli effetti dell'ambiente fumoso, della mia birra e del tuo sidro, ma ci fu qualcun altro a cogliere quell'attimo. Uno di quei miei amici qualche giorno dopo quella sera, in una delle poche occasioni in cui posso dire si sia comportato da amico, mi disse:" sai, ho visto il modo in  cui ti guardava, sono felice per te".
          La visione prospettica per conto terzi di uno stato d'animo passato, è un caso certamente interessante per uno psicologo che volesse  ricavarne un mese di crociera ai Caraibi. Io mi accontento di interpretarla come un tentativo di analisi quanto più obiettiva possibile.

 
 
 

STREGHE

Post n°9 pubblicato il 24 Novembre 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Non mi ero nemmeno accorto che il brusio degli uffici accanto si era gradualmente affievolito fino a scomparire, era stato il mio lavoro a isolarmi per diverse ore. Mancavano pochi dati ancora, ma mi presi una pausa. Non optai per il caffè che mi avrebbe poi obbligato a memorizzare le ombre del soffitto della camera da letto, decisi piuttosto di lasciare la presa del mouse per una passeggiata fra i corridoi ormai abbandonati degli uffici soprastanti.

          Mentre salivo le scale, ebbi l’impressione di sentire l’eco dei miei passi, e pensai distrattamente a cosa dire se in quell’ala deserta avessi incontrato qualcuno della sorveglianza. Proseguii nella penombra soprannaturale del lungo corridoio senza più pensare finché l’eco dei passi si sdoppiò distintamente.
          Una figura si stava delineando dal fondo e procedeva con passi calmi verso di me. Trovai in un attimo la corrispondenza di quei profili con quelli della persona che la mia anima da tempo si era rassegnata a cercare nella semioscurità dei forse e dei se. In silenzio prese dolcemente la mia mano, prima di un leggerissimo bacio, poi se ne andò senza dire una sola parola, svanendo da quel luogo in un modo che non ero più in grado di intendere.
          Avrei voluto pensare con tutte le mie forze che era stata un inspiegabile allucinazione, ma il suo profumo d’estate sulla guancia non mi permise di lenire il ricordo di lei, ricordo che non mi avrebbe più abbandonato.
Come poteva sapere che io sarei salito proprio in quel momento ?
          Era ella una strega, senza dubbio, non v’era altra possibilità.
        Capii che l'orrore rappresentato da queste creature, dipinto per secoli nel ritratto delle loro fattezze, altro non era che la rappresentazione di quello che sarebbe diventato tutto il resto del mondo dopo averle così meravigliosamente incontrate.

 
 
 

SOGNI

Post n°8 pubblicato il 26 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

Quali che siano le scelte attraverso le interminabili direzioni, le inattese coincidenze e i piccoli e grandi compromessi della vita, mi piace pensare che ciò sappiamo immaginare non è solo un illusione che ci allontana dalla realtà, quanto piuttosto un modo per ritrovare sé stessi quando tutto e tutti sembrano volerci identificare con ciò che non ci appartiene mai completamente, oltre che una via per raccontare agli altri di noi in un modo che non potrebbe essere più spontaneo.
I sogni, parti di noi fra le più vere, e a volte le più delicate...

 
 
 

NEVE

Post n°7 pubblicato il 25 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

… non pensavo sarei mai stato capace di immaginare un fiocco di neve …


… piovere verso la tua finestra e immedesimarmi nel tepore

che potrebbe trasformarmi ancora più di quanto sia ora

… avvicinarmi al tuo viso mentre sorridi timida e felice,

sciogliermi sereno nell’unica tranquillità che può trasformare l’adesso

in una piccola eternità senza più attese, senza più nostalgie …

… diventare parte di una lacrima di gioia,

ora certo di non rimpiangere nemmeno il cielo …

… così, vicino.

 
 
 

TRAMONTO

Post n°6 pubblicato il 25 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Quante volte è serie di istanti troppo brevi per essere realmente vissuti se non nell'apparente eternità del ricordo o dell'immaginazione. Li quel rosso sembra non terminare mai, accompagna sere d'estate che non finiscono, concede lo svolgersi di ciò per cui una sola sera è stata o sarebbe troppo poco e per cui né la notte e né il giorno avrebbero potuto o potrebbero mai  rappresentare contorno altrettanto ideale.

          E' dentro di noi il tramonto più bello, quello che non si affretta mai verso l'imbrunire e che non si porta via quelle situazioni per cui vorremmo vivere, a patto di poterne condividere l'illusione perché, diversamente, .... diviene un malinconico incantesimo che ci lascia ad occhi aperti nel buio di stelle troppo lontane.

 
 
 

LA SIGARETTA.

Post n°5 pubblicato il 25 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Ed ora, quanto vorrei che tu non accendessi quella dannatissima sigaretta di cui pretendi la compagnia per il transito dall''intensità d'estasi del prima, verso il vuoto di realtà del dopo, attraverso una specie di anticamera dell'oblio. Un luogo dove si vede e si pensa diversamente, non più spinti a comportamenti bizzarri da ormoni irrazionali e non ancora ritornati del tutto nel mondo del "dover pensare".
          Credo che una definizione adatta di questo stato sia la sublime condizione del Voler pensare, una situazione privilegiata in cui l'assenza di rumori di fondo, di vincoli e di obblighi riesce a far ascoltare te stessa nei tuoi veri bisogni.
         
E' per questo che odierò sempre l'istante in cui sembri riporre di lato tutto quanto ti circonda, per lasciar spazio a quella dannatissima sigaretta.

 
 
 

TARDO POMERIGGIO

Post n°4 pubblicato il 25 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

Nebbia abbraccia di fresco i rami degli alberi
attorno una nobile casa con radici nel tempo

Una tiepida luce fra musica di tocchi gentili
               
un abito a festa per carezze di un giorno dei tanti

Siedo stanco su foglie lasciate
m
entre con l’anima percorro le fronde

                E non esiste notte, non esiste mattino
               
a cancellare il riposo di un sogno

Tutto è come dovrebbe,

… tranne queste parole.

 
 
 

UN ALTRO TEMPO

Post n°3 pubblicato il 16 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Sei insieme di immagini dolcissime di vento leggero e di sole, accanto ad una casa di campagna animata da bianchi panni stesi ... mi sembra di vedere i tuoi capelli carezzare lo sguardo verso l’orizzonte delle mie intuizioni ....

          Davvero io rivivo storie di amori profondi e per sempre di chi é stato prima,... come se questo tempo e questo spazio della mia esistenza non fossero abbastanza per vivere l'idea di te..chi é stato sopraffatto dalla noia di vivere é perché non l'ha mai conosciuta.

          Bella da perdere ogni cognizione, ma osservare con l'anima il brillare inconsapevole dei tuoi occhi é di gran lunga più splendido di qualsiasi altro desiderio possibile ... Credo che i tuoi occhi siano il miglior abito, il miglior gioiello, la miglior acconciatura che tu possa portare per me ...
         
Accanto a quella casa di campagna animata da bianchi panni stesi, tu indossi tutto questo mentre guardi l’orizzonte di un altra vita e un altro tempo, e credere che .... mai nessuno ti abbia vista così ... proietta in una dimensione da cui non vorrei ritornare mai più

 
 
 

GABRY

Post n°2 pubblicato il 12 Agosto 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Coordinate con sms, verso 23.30, ti trovi "casualmente" li, splendida, assurdamente impossibile, roba da chiedersi "dove cribbio ha messo il cubo". Entri, mi vedi, senza mezzi termini ti fiondi verso di me e mi saluti come se fosse una vita (questa é la parte più semplice). Tu raffinata, look ai limiti dell'arresto, infilato in borsetta prima di uscire di casa per non turbare i restanti, io ignaro e sorpreso ad esclamare: "E tu che AZZ ci fai qui?", leggero stupore di tutti per il mio secco diabolico intercalare al cospetto di un angelo piovuto da chissà dove; abbraccio lunghissimo, il tuo stringere i denti per non morire dal ridere fuziona, nessuno si accorge della parte. Resisti alla tentazione di parlare con tutti quelli sconosciuti che sono a bocca aperta da un paio di minuti, niente da fare parli solo con me. Apice: ad un certo punto assumi espressione severa, di rimprovero, quasi a far riemergere una vecchia questione, parte una sberla non troppo forte ma non troppo per finta. La sberla si trasforma in un sorriso e un abbraccio, gli altri non sanno che la sberla é perché ti rompo le palle da mesi per un altra seratama tu pensa a quello così ti viene meglio. Chiacchieriamo, qualche battuta sul passato, entrambi ne abbiamo uno in fondo e via così Mi parli, mi dici, mi sorridi, occhi luminosi, ti presento distrattamente agli altri: "ehm Gabry". Il pensiero che si é materializzato in testa a tutti, uomini e donne comprese, é uno solo. Con un distratto "stavo aspettando un amica" riflesso nel display del cellulare, confermi da un lato la combinazione, e dall'altro scarchi la tensione dei maschietti presenti verso altri obiettivi che non siano le tue forme. Ciao tu ... Dopo di ciò qualsiasi sia la  serata, é un dettaglio. Saluto finale, bacio, con un biglietto che mi infili nel taschino non troppo di nascosto. Scrivici pure "e adesso spero di non sentirti più", tanto gli altri non lo sanno ... :)

Ciao tu  ...

 
 
 
 

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