Senza serpente

LA PIOLA DI MONGRENO


          Era una sera in collina, per la verità mezza collina, in un locale in stile volutamente rustico. La particolarità del posto consisteva in un paio di individui appositamente pagati per insultare i clienti, durante tutta la serata  fino alla consegna dello scontrino, il che, a seconda delle compagnie, non era infrequente avvenisse immediatamente dopo averci messo piede. Un bel posto insomma, di quelli tipici; un 'occasione imperdibile per degli amici di liceo che non sapevano mai dove portare le compagne dalla puzza sotto il naso.          Quella sera io e te eravamo seduti di fronte, ad un tavolo che al confronto il muretto di Alassio sarebbe sembrato un foglio in bianco. Indossavi un maglione rosa a nido d'ape e, perdona la definizione da non addetto, degli orecchini a pendaglio dorati. Questa volta non emergono altri particolari del tuo abbigliamento perché la fotografia emotiva che ho di quella sera è un primo piano sul tuo sguardo con uno sfondo silenzioso di confusione, di amici e di risate.          Ricordo ad un tratto di essermi accorto dei tuoi occhi diventare di un "lucido affascinato" che diversamente non avrei saputo dire.           Qualcuno potrebbe sarcasticamente commentare che avrebbe potuto trattarsi degli effetti dell'ambiente fumoso, della mia birra e del tuo sidro, ma ci fu qualcun altro a cogliere quell'attimo. Uno di quei miei amici qualche giorno dopo quella sera, in una delle poche occasioni in cui posso dire si sia comportato da amico, mi disse:" sai, ho visto il modo in  cui ti guardava, sono felice per te".           La visione prospettica per conto terzi di uno stato d'animo passato, è un caso certamente interessante per uno psicologo che volesse  ricavarne un mese di crociera ai Caraibi. Io mi accontento di interpretarla come un tentativo di analisi quanto più obiettiva possibile.