Senza serpente

LA CASA CON LA MANSARDA


L'ordine esatto della sequenza di ricordi dovrebbe partire dalla fermata dell'autobus di fronte il supermercato, dove al tempo, dal limbo di chi è ancora dispensato dalle incombenze di casa, mi sembravano così grigi e tristi quei personaggi che entravano ed uscivano con i carrelli vuoti di tutto e pieni di nulla. Devo però limitare i dettagli per rispetto a chi mai leggerà e salto quindi per decenza anche tutto il percorso a piedi fino all'ingresso. Evito anche l'ovvietà di ricamare sul tuo far capolino da dietro la porta ancor prima che l'ascensore mi portasse al piano.E' strano ma ciò che rivivo più nitidamente oggi è lo sguardo di tua mamma che talvolta mi aspettava insieme a te, anche se in riservata disparte. In quegli istanti era certamente il tuo sorriso a trasformare in cornice tutto il resto eppure oggi, con il filtro dagli anni, lo sguardo della tua mamma riaffiora quasi fosse stato il vero elemento in primo piano. Per quanto la mia fervida fantasia si ostini sempre ad aiutare la memoria, credo di non allontanarmi troppo dal vero a descriverlo come una pennellata di dolcissimo entusiasmo su uno sfondo di malinconia. Tua mamma non arrivava certo da quella che si poteva definire una buona vicenda affettiva e vederti in quello stato particolare per il mio arrivo sembrava essere per lei un conforto, una speranza di miglior sorte per la propria figlia. Quel conforto che allora percepivo distrattamente, è per me oggi un'altra preziosa conferma di non essermi inventato tutto.Pochi passi dividevano l'ingresso dalla scala a chiocciola nel ripostiglio che conduceva alla mansarda. In uno scenario classico dell'erotismo di qualsiasi epoca, gli elementi di quella mansarda che fanno da indice all'album di immagini che mi porto dietro sono di ben altro tipo.Mi vengono in mente la sfera sfaccettata a piccoli specchi appesa al soffitto, la luce di lampada da tavolo della scrivania alle spalle della quale era un poster di mezzobusto femminile blu dalla pelle ricoperta di gocce d'acqua e con uno scuro cappello a nasconderne lo sguardo. Poi la copertina rossa con striscia bianca trasversale dell' LP "Diver Down" di Van Halen lasciata sullo stereo cui devo personale riconoscenza per non aver mai saputo coprire lo scricchiolio della scala a chiocciola. In quella stanza diversi erano stati i tentativi di apprendimento di un latino che non ne voleva sapere di abitare nelle nostre teste, perché probabilmente già affollate di altri pensieri. Ancora oggi mi accade di trovarmi in luoghi che mi ricordano l'odore di quella mansarda, o forse certi luoghi ne inducono di soppiatto il ricordo ...