Adenia

Mi vergogno un po'


Arrivo al cinema. Poche sono le persone già arrivate e sedute, pronte per la visione del film previsto per questo sabato di fine luglio. Mi guardo attorno per cercare il posto a me più congeniale... solitamente mi siedo nei centrali e all'inizio dellla fila di poltroncine in modo da essere più libera di alzarmi e spostarmi. Il posto che tanto mi piace è occupato, ma nel momento in cui i miei occhi si posano sulla persona che occupa tal posto mi accorgo che anche i suoi  occhi sono fissi su di me. Sento una sensazione di piacere... si tratta di un uomo di bell'aspetto e si sa che ad una donna dà sempre piacere essere guardata. Bene, mi siedo dietro di lui in modo da rimanere comunque in una più che buona posizione. Con me c'è il mio uomo, ma mentre egli mi parla la mia mente è altrove: penso agli occhi di questo tipo seduto davanti a me. Ma che sciocca che sono, sì, proprio una sciocca. Come è possibile dare tanto peso ad uno sguardo di persona sconociuta? Eppure stare lì, dietro di lui alimentava in me la voglia di sapere qualcosa in più di quella persona. Io e il mio lui parliamo di film, delle colonne sonore, dei cinema piccoli di un tempo e dei cinema multisala di adesso, di quanto io dia importanza alla regia per la valutazione di un film e di quanto lui dia importanza alla trama. Mentre parlo ho come la sensazione che il tipo davanti ascolti ogni mia parola. Inizia il film e noto che la sua testa davanti a me non mi permette di vedere tutto lo schermo. In qualsiasi altra occasione mi avrebbe dato fastidio, ma questa volta no. Sono assurda, come può non darmi noia il capo di uno davanti a me che mi copre la visuale e non mi permette di vedere il film? Il film è interessante e scorrevole. Arriva la pausa del primo tempo. Ecco che il tipo si alza e mi dona ancora uno sguardo, ma questa volta più intenso e più lungo. Mi sento in imbarazzo: la persona accanto a me, il mio lui, mi sta parlando e blocca per un istante il discorso avvertendo che c'è qualcosa. Non capisco, non mi spiego cosa mi succede... sento emozione e il desiderio di sapere di più di quell'uomo. Nel ritornare al posto ecco che mi lancia un ulteriore sguardo. Bene, il film riprende, ma continuo a concentrarmi sul movimento del corpo del tipo che è seduto davanti a me. Incredibile, non riconosco me stessa. So che a breve il film arriverà alla fine e che non rivedrò mai più quella persona. Che senso ha rivolgere i propri pensieri ad un soggetto che non è nulla per la mia vita? Beh, la vità è ricca di tanti incontri e non tutti accadono per dare inizio a qualcosa, ma accadono per rimanere semplicemente UN INCONTRO senza evoluzione. Chissà, forse anche degli incontri di sguardi fini a se stessi possono lasciare dei messaggi da tenere segreti dentro di se, forse proprio quelle frasi non dette, quelle conoscenze non avvenute, quelle informazioni non avute, quei contatti non verificatisi rendono l'incontro più indimenticabile di tanti altri. Sono una sciocca che ha solo voglia di giocare con la propria fantasia. Sta per concludersi il film ed allora provo ad immaginare cosa accadrà: il tipo si alzerà subito ed andrà veloce verso l'uscita ed io non lo vedrò più.  Arriva la fine e come mio solito rimango seduta per leggere i titoli di coda. Il tipo non si alza. Il mio lui mi dice che il film gli è piaciuto e rimane seduto. Molti si alzano. Il cinema poco alla volta si svuota. Rimangono pochissime persone... io finalemnte mi alzo, il tipo rimane seduto. Mi avvio verso l'uscita... mi giro un attimo indietro per guardarlo l'ultima volta e incontro subito il suo sguardo. Continuo a camminare, raggiungo la biglietteria e nel rigirarmi noto che il tipo è dietro di me... mi dona l'ultimo sguardo e va via.Mi ha sorpreso, non il mio comportamento dato che nulla di grave ho commesso, ma il mio atteggiamento mentale, la mia curiosità verso questo uomo, il mio interesse verso uno sconosciuto. Mi sono vergognata di aver avuto voglia di uno di cui nulla so e nulla saprò mai.