L'atmosfera che avvolge la nostra Terra rappresenta un efficace schermo che protegge gli organismi viventi, e quindi anche noi, dalle intense radiazioni ultraviolette, dai raggi X e da altre radiazioni penetranti che vengono emesse in grande quantità dal Sole e dagli altri corpi celesti. Solo le onde radio, la luce visibile e una piccola frazione della radiazione infrarossa riescono ad arrivare fino al suolo... questo è il motivo per cui a terra abbiamo solo telescopi che raccolgono la luce e antenne radio. Ma per registrare i raggi ultravioletti, i raggi X, i raggi Gamma e il lontano infrarosso dobbiamo lanciare al di fuori dell'atmosfera terrestre dei satelliti con a bordo strumenti capaci di vedere tali radiazioni. Essi così raccolgono una grande quantità di nuove informazioni e ci aiutano a comprendere meglio l'universo che ci circonda. LA RADIOASTRONOMIA. Le onde radio sono radiazioni elettromagnetiche, proprio come la luce visibile, ma rispetto a questa hanno frequenza milioni di volte piu' bassa, circa tra 100 e 100.000 MHz ossia con lunghezze d'onda dal chilometro fino al millimetro. L'inizio della ricerca radioastronomica risale all'anno 1933, quando nei laboratori della Bell Telephone, in America, si rilevarono segnali radio di indubbia origine cosmica provenienti dal centro della nostra Galassia. Per capire la novità di tale scoperta si pensi che nelle onde radio NON si vide il Sole o la Luna ma il centro della Via Lattea! Il grande sviluppo della Radioastronomia risale agli anni successivi alla seconda guerra mondiale, quando la tecnologia derivata dalle telecomunicazioni e dalla scoperta del radar permise la costruzione di radiotelescopi precisi e sensibili. Con la radioastronomia si è rivelato all'uomo un panorama in gran parte inaspettato. Si va dalla scoperta delle emissioni dell'idrogeno sino a quelle di molte molecole, ivi incluse molecole organiche estremamente complesse, che hanno portato a una visione completamente nuova del gas interstellare, di enorme importanza per lo studio della struttura ed evoluzione delle galassie e dei problemi relativi alla formazione delle stelle e forse anche della vita. L'INFRAROSSO. Le stelle hanno dei colori che non vediamo. Come non riusciamo per esempio a vedere la luce emessa sotto forma di raggi X o di raggi gamma così non riceviamo nemmeno gli infrarossi che sono in gran parte schermati dall'atmosfera e non raggiungono la superficie terrestre. Il satellite ISO dell'ESA, alto più di 5 m per 3 di diametro e dal peso di quasi due tonnellate e mezzo, è incaricato di una missione speciale: svelare il cielo dell'invisibile, ovvero quello della radiazione infrarossa, luce troppo fredda per essere vista dall'occhio umano ma rivelatrice di avvenimenti cosmici straordinari. ISO (Infrared Space Observatory) è un telescopio spaziale che vede l'infrarosso grazie a quattro rivelatori che lavorano a temperature bassissime (-271 gradi). Dal suo lancio, ISO ha prodotto risultati di eccezionale qualità: alcune galassie, per esempio, apparentemente insignificanti nella luce visibile, si sono rivelate, nell'infrarosso, un luogo di fervente attività dove prende vita una moltitudine di nuove e scintillanti stelle.
Atmosfera che avvolge la terra
L'atmosfera che avvolge la nostra Terra rappresenta un efficace schermo che protegge gli organismi viventi, e quindi anche noi, dalle intense radiazioni ultraviolette, dai raggi X e da altre radiazioni penetranti che vengono emesse in grande quantità dal Sole e dagli altri corpi celesti. Solo le onde radio, la luce visibile e una piccola frazione della radiazione infrarossa riescono ad arrivare fino al suolo... questo è il motivo per cui a terra abbiamo solo telescopi che raccolgono la luce e antenne radio. Ma per registrare i raggi ultravioletti, i raggi X, i raggi Gamma e il lontano infrarosso dobbiamo lanciare al di fuori dell'atmosfera terrestre dei satelliti con a bordo strumenti capaci di vedere tali radiazioni. Essi così raccolgono una grande quantità di nuove informazioni e ci aiutano a comprendere meglio l'universo che ci circonda. LA RADIOASTRONOMIA. Le onde radio sono radiazioni elettromagnetiche, proprio come la luce visibile, ma rispetto a questa hanno frequenza milioni di volte piu' bassa, circa tra 100 e 100.000 MHz ossia con lunghezze d'onda dal chilometro fino al millimetro. L'inizio della ricerca radioastronomica risale all'anno 1933, quando nei laboratori della Bell Telephone, in America, si rilevarono segnali radio di indubbia origine cosmica provenienti dal centro della nostra Galassia. Per capire la novità di tale scoperta si pensi che nelle onde radio NON si vide il Sole o la Luna ma il centro della Via Lattea! Il grande sviluppo della Radioastronomia risale agli anni successivi alla seconda guerra mondiale, quando la tecnologia derivata dalle telecomunicazioni e dalla scoperta del radar permise la costruzione di radiotelescopi precisi e sensibili. Con la radioastronomia si è rivelato all'uomo un panorama in gran parte inaspettato. Si va dalla scoperta delle emissioni dell'idrogeno sino a quelle di molte molecole, ivi incluse molecole organiche estremamente complesse, che hanno portato a una visione completamente nuova del gas interstellare, di enorme importanza per lo studio della struttura ed evoluzione delle galassie e dei problemi relativi alla formazione delle stelle e forse anche della vita. L'INFRAROSSO. Le stelle hanno dei colori che non vediamo. Come non riusciamo per esempio a vedere la luce emessa sotto forma di raggi X o di raggi gamma così non riceviamo nemmeno gli infrarossi che sono in gran parte schermati dall'atmosfera e non raggiungono la superficie terrestre. Il satellite ISO dell'ESA, alto più di 5 m per 3 di diametro e dal peso di quasi due tonnellate e mezzo, è incaricato di una missione speciale: svelare il cielo dell'invisibile, ovvero quello della radiazione infrarossa, luce troppo fredda per essere vista dall'occhio umano ma rivelatrice di avvenimenti cosmici straordinari. ISO (Infrared Space Observatory) è un telescopio spaziale che vede l'infrarosso grazie a quattro rivelatori che lavorano a temperature bassissime (-271 gradi). Dal suo lancio, ISO ha prodotto risultati di eccezionale qualità: alcune galassie, per esempio, apparentemente insignificanti nella luce visibile, si sono rivelate, nell'infrarosso, un luogo di fervente attività dove prende vita una moltitudine di nuove e scintillanti stelle.