ROMA - Carpaccio di pompelmo e una spolverata di parmigiano, la specialità della casa è la Wash Salad: l'insalata della lavatrice. Perché in Folsom Street, nel quartiere Soma di San Francisco, esiste da tempo il Brainwash-cafe dove, dalle 7 del mattino alle 23, si può portare la biancheria sporca a lavare e asciugare e nel frattempo mettersi comodi al tavolino e farsi servire una pietanza. La nuova tendenza della ristorazione ha sposato l'ibridismo e nei locali si incrociano la possibilità di consumare un piatto caldo con quella di fare un acquisto o usufruire di un servizio. Dagli Usa, all'Europa, all'Italia. "La cosiddetta ibridazione dei pubblici esercizi è un fenomeno recente che interpreta le nuove esigenze della clientela - spiega Edi Sommariva, direttore del Fipe-Confcommercio - Una clientela che chiede sempre meno prodotti e sempre più 'mondi', in cui trovare cuore, esperienze, cultura". E, infatti, negli studi di marketing si è coniata l'espressione "shopping esperienziale" per parlare di quel felice corto-circuito tra i molteplici servizi offerti al cliente. Allora, se comprare e sfogliare un libro mentre si pranza è ormai una pratica entrata nelle nostre abitudini, sempre più spesso ci si può ritrovare in un locale dove scegliere decorazioni per la casa e prendere un tè con pasticcini, frugare tra i tesori di un antiquario e degustare un rosso d'annata: il momento del pasto viene inserito in contesti sempre più imprevedibili che mirano a sollecitare tutti e cinque i sensi. Era precisamente questo l'intento dello storico fioraio Bianchi di via Montebello a Milano, quando un paio d'anni fa ha fatto posto a sedie e tavolini, animando nel suo negozio una caffetteria raccolta e raffinata.
La nuova moda dei "locali ibridi"
ROMA - Carpaccio di pompelmo e una spolverata di parmigiano, la specialità della casa è la Wash Salad: l'insalata della lavatrice. Perché in Folsom Street, nel quartiere Soma di San Francisco, esiste da tempo il Brainwash-cafe dove, dalle 7 del mattino alle 23, si può portare la biancheria sporca a lavare e asciugare e nel frattempo mettersi comodi al tavolino e farsi servire una pietanza. La nuova tendenza della ristorazione ha sposato l'ibridismo e nei locali si incrociano la possibilità di consumare un piatto caldo con quella di fare un acquisto o usufruire di un servizio. Dagli Usa, all'Europa, all'Italia. "La cosiddetta ibridazione dei pubblici esercizi è un fenomeno recente che interpreta le nuove esigenze della clientela - spiega Edi Sommariva, direttore del Fipe-Confcommercio - Una clientela che chiede sempre meno prodotti e sempre più 'mondi', in cui trovare cuore, esperienze, cultura". E, infatti, negli studi di marketing si è coniata l'espressione "shopping esperienziale" per parlare di quel felice corto-circuito tra i molteplici servizi offerti al cliente. Allora, se comprare e sfogliare un libro mentre si pranza è ormai una pratica entrata nelle nostre abitudini, sempre più spesso ci si può ritrovare in un locale dove scegliere decorazioni per la casa e prendere un tè con pasticcini, frugare tra i tesori di un antiquario e degustare un rosso d'annata: il momento del pasto viene inserito in contesti sempre più imprevedibili che mirano a sollecitare tutti e cinque i sensi. Era precisamente questo l'intento dello storico fioraio Bianchi di via Montebello a Milano, quando un paio d'anni fa ha fatto posto a sedie e tavolini, animando nel suo negozio una caffetteria raccolta e raffinata.