Aessenza Ondivaga

Curvi_Linee


Ho voglia di pensare per metà, proprio nel bel mezzo di un'idea o appena sul gambo di una qualunque cosa che mi sboccia in testa. Quando è già balenata e non è più richiudibile, ma solo dirsi consapevole contro la mia corteccia e sulla sua corolla. Senza alcuna rotta e angolazione, senza alcun odore, quando non vale  l'intensità o s'è solo intermittente. Come una piccola scarica elettrica giù per la spina dorsale e una a una, sollecitando le vertebre. Solo per accorgermi che rumoreggia appena  sporzionata quanto basta. Viaggio su un binario morto curvilineo, friziono il barlume di un attimo. Per balzarmi appena sopra e non dentro. Solo fino all'orlo d'un ansimare nell'aria la mia schiena. Vicina al mio collo bianco da cui discorrono le mie proiezioni. Sono foce a delta delle mie stesse affluenze d'occhi e d'orbite, quelle tra le mani e fin sopra le nocche, e per tutti quei batter di pancia, quando tamburella il diaframma su coordinate mobili come per il batter di ciglia. Mi dirotto col cuore, come volevasi dimostarre, eppure oggi metto il punto sul resto dura d'orecchi. Che non c'è rimedio per le considerazioni vane dalle pretese inutilissime. Oggi v'è posto non per il dove ma per la sola direzione. Approssimativa io, con_fermo la mia apparente presenza. Mi picchetto per restare e non sapermi raccontare. Quasi più nulla di questo maggio. Quasi estate. Passo qui, riapro le imposte. Il salmastro ha fatto rugginosi i cardini. Voglio solo soffiare dove scrivo più vicino. Sullo scollo della tua maglia bianca o sulla mia rossa, quando volevo solo confondere la mia pelle di porcellana.Oggi è il giorno delle idee a buon mercato, spaiate e libere. Delle parole salvate e salvabili solo per pensarci sopra appena. Il resto perde quota e oscilla asciutto. 
...Lei guardava il cielo con addosso solo i suoi occhi. Avevo appena smesso di baciarlo ma voleva già rifarlo e senza alcun ritegno. Aveva capito quella volta come conti la sola irriverenza goffa quando principia a cercarsi meglio e bene.