Aessenza Ondivaga

Come back


...E poi arriva una sera, una di quelle qualunque, diversa solo per un senso verticale che invoca un abbaglio ed in quello un appiglio. Una strana ragione d' essere circolare che abbiamo, quando ci bisbiglia vicino una parvenza di soluzione, quella che cerchiamo quando c'aggrovigliamo dentro a tempi all'impatto indistricabili. E allora ritorna e  c'imbattiamo contro, lunghi e lineari noi, ché è pulitissima...Poi in un attimo principiamo a respirare un senso saturo di purezza. Un silenzioso crescendo consapevole: è pieno tutt'un fiato e noi, senza più vie di mezzo....Prima ho sommerso tutto di me, colpa d'un boato, ancor prima del crollo... Son stata confondibile, affatto anelante tantomeno lucida, lontana dal mio aggrumarmi in fiotti, così dispersa tra gli spartiacque col mondo, spenta nel pulsare sugli angoli puntuti, quando mi divarico per inconfinabile nuda onestà. Cercavo un mutismo vuoto, solo, un paraurti per i miei angoli vivi ed i miei spicchi di carne dolce...Per il resto mi hanno abitato giorni pari e riaccadibili, afona e comunemente ritrovabile, a tastarmi persino ad occhi spenti.Ero tutta in una questione di silenzi, io che continuavo solo a sibilare...!... E' autunno... Indosso ancora il caldo del mio daltonismo prodigo, fino all'ocra di pensieri diluibili, ancora così tanto rigonfi di rosso falun. Arriva un'altra folata di vento... All'ondeggiar della mano su sparuti refoli e certi scampoli che ho, posso ancora rintracciare echi che chiedon solo di riprender balzi e corsa e misure... Eppure in queste notti un solo grillo ha continuato a frinire... Forse in una volta che è questa, prono e più stanco, su di un nero notturno poco pieno, netto e imperscrutabile. Perché mi bastava sempre poco a scorrermi e lisciarmi e dirmi... ... Perché ripare logico non restare più soltanto ad ascoltare.     
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