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Se il pannolino diventa un salvadanaio... di soldi rubati!


BORGARO (TORINO) – Sorelle col vizio del furto, abili ad utilizzare un neonato come “cassaforte” per nascondere i proventi delle loro malefatte. Due zingare di origini rom sono state arrestate mercoledì pomeriggio dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Venaria. Il fermo è scattato a San Maurizio Canavese dopo che le due zingare hanno raggirato almeno quattro commercianti di Borgaro. Dovranno rispondere di rapina impropria e tentato furto.La tattica utilizzata da Virginia e Diamanta Cojocaru, rispettivamente di 26 e 34 anni con domicilio presso il campo nomadi di via Germagnano a Torino, aveva fruttato, solo mercoledì, quasi 500 euro. Sfruttando la buona fede dei commercianti di Borgaro, le due donne si presentavano al loro cospetto acquistando oggetti di poco valore e pagando con una banconota da 100 euro. Con in braccio il piccolo bimbo, di appena qualche mese, le due inscenavano poi una presunta insoddisfazione riguardo la merce appena acquistata, pretendendone il rimborso. In quel frangente, grazie alla confusione appositamente creata, le due zingare riuscivano a farsi riconsegnare i 100 euro senza restituire al commerciante il resto ricevuto poco prima all’acquisto della merce. Nel pannolino del bimbo, utilizzato proprio come una cassaforte, venivano poi “custodite” le banconote. Solo una commerciante si è resa conto in tempo di quanto accaduto: ha chiamato i carabinieri ma all’arrivo della prima gazzella, nessuna traccia delle due zingare. A tradirle la loro stessa avidità: mezzora dopo l’ultimo colpo a Borgaro, infatti, Virginia e Diamanta Cojocaru si sono spostate a San Maurizio. Stessa tecnica e stesso intento: solo che, questa volta, alla prima chiamata al 112, i carabinieri sono stati ben più lesti delle due donne. Inevitabili le manette. I 500 euro recuperati, invece, sono stati prontamente restituiti. Le zingare, comunque, non finiranno in carcere: entrambe sono incinta e, per questo motivo, beneficeranno degli arresti domiciliari presso il campo nomadi di via Germagnano. Il “bimbo-cassaforte”, al tempo stesso, nonostante il trattamento ricevuto dalla madre e dalla zia, resterà alla famiglia presso il campo nomadi.