Lenta Agonia

Violenza


Mi sento un'idiota.So cosa sta facendo e cosa ha sempre fatto di me.Sono una persona intelligente, mediamente colta, ho un buon lavoro leggo, mi informo...eppure lui riesce a fare di me quello che vuole.Il 25 novembre e' la giornata mondiale contro la volenza sulle donne e navigando in rete ho visto che comunque si parla sempre e solo di gravissimi casi di vera infame violenza fisica contro chi non sa o non puo' difendersi; donne picchiate a sangue, stuprate e segregate, bruciate dall'acido o peggio. La violenza psicologica non viene menzionata.La violenza psicologica e' altrettanto meschina e infame e spesso una donna non si rende conto di esserne vittima se non quando e' ormai troppo tardi.I segni non si vedono, non ci sono lividi ne braccia rotte che possono portarti a pensare di andartene o di denunciarlo, che facciano capire anche a chi e' al di fuori delle mura domestiche, che la tua vita e' in pericolo.La tua vita e' in pericolo anche se da fuori i segni non si vedono.La violenza psicologica è la causa di stati depressivi e anche di suicidi, perché la vittima è incapace di reagire, in quanto logorata, e anche se denunciasse la violenza, la legge italiana non ne terrebbe conto senza prove fisiche di lesioni. Ma c'è soprattutto la vergogna di ammettere di essere trattati male, la paura a chiedere aiuto, per non subire un'altra violenza.
"Ci sono parole, comportamenti che nessuna legge punisce e che possono uccidere psichicamente una persona o almeno ferirla in modo grave e spesso irreversibile.La provocazione continua, l'offesa, la disistima, la derisione, la svalutazione, la coercizione, il ricatto, la minaccia, il silenzio, la privazione della libertà, la menzogna e il tradimento della fiducia riposta, l'isolamento sono alcune forme in cui si manifesta la violenza psicologica.Come si può definire la violenza psichica? È quella strategia che mira a uccidere, distruggere, annientare, portare al suicidio una persona, senza spargimento di sangue.Le strategie che mette in atto chi decide di annientare un essere umano sono molto subdole e mirano prima di tutto ad anestetizzare la vittima designata in modo che non possa reagire. Spesso, specie nell'ambito familiare, con la vittima si è prima instaurato un legame affettivo, per cui è già difficile individuare il limite sottile che separa un rapporto funzionante ancora da quello decisamente patologico. L'aggressore manda spesso messaggi contrastanti nel senso che dice una cosa e ne pensa un'altra (doppio legame), mettendo in questo modo l'oggetto delle sue manovre in uno stato di confusione e nell'incapacità a capire cosa sta succedendo. Ne essa ha possibilità di chiarire, perché l'interruzione della comunicazione bilaterale è un'altra delle manovre che l'aggressore instaura. Subentra così il senso di colpa di chi inizia a subire e con esso un tentativo di perfezionismo per cercare di spostare o annullare il bersaglio. Se tenta una reazione, dopo un periodo lungo di esasperazione, allora viene accusata di essere cattiva o malataMa la cosa che mi sembra più grande è che ci siamo assuefatti, come se fossero comportamenti normali."(Carla Corradi- psicologa psicoterapeuta)