Vi parlo di me...

Post N° 74


L'appartamento era nuovissimo, appena terminato. Le stoviglie nella cucina avevano ancora tutte il cartellino dell'Ikea attaccato. Camera da letto con lettone e lettino, bagno, televisore, frigo e fuori la veranda con angolo cottura a scomparsa. 5 minuti a piedi ci separavano dalla spiaggia della Calanca, sabbia fine e un bel mare pulito. Nell'appartamento sopra il nostro villeggiavano delle tedesche: madre, figlia e amica della madre. La figlia aveva più o meno l'età di Vincenzo, ragazzina sveglia e carina che nn parlava una parola di italiano, ma con Vincenzo di capivano alla perfezione. Così cominciarono ad essere culo e camicia. Spesso facevo da interprete perchè la ragazzina parlava l'inglese, ma le mie prestazioni erano spesso ignorate, volevano fare da soli. Insomma si creò un bel gruppetto di persone tra noi, la famiglia del mio collega e altre famiglie che villeggiavano nel residence. La mattina, dopo la colazione, decidavamo cosa preparare per il pranzo, facevo la spesa e poi scendavamo in spiaggia. Dopo pranzo la pennichella era d'obbligo, anche se Pierino nn riposava manco se lo legavo al letto. La sera facevamo delle belle passegiate in paese dove le strade si riempivano di gente e gli spettacoli in piazza erano frequenti, nn ci si annoiava mai. Gelatino al bar, patatine e schiefezze varie, al ritorno mi mettevo Pierino in spalla, troppo stanco per camminare, fino a quando la mia schiena reggeva. Il sonno arrivava presto, dopo un'intera giornata in attività.Avevo deciso di far conoscere Nunzia ai ragazzi, così le prenotai una camera in un albergo che era lì vicino e lei venne gli ultimi 4 giorni della nostra vacanza. Naturalmente avevo annunciato ai ragazzi la loro venuta, loro la conoscevano solo telefonicamente, a volte Pierino aveva parlato con lei.Ero un pò preoccupato per questo incontro, ma confidavo sulla dolcezza di Nunzia e sulla curiosità dei ragazzi. E infatti. Lasciai i ragazzi a casa del mio collega e andai a prendere Nunzia al porto di Palinuro, era venuta col Metrò del Mare. Tornati a casa, feci le presentazioni e Nunzia salutò i ragazzi con un bacio. Tutto liscio, pensai. Ci preparammo e scendemmo in spiaggia. Trascorremmo la giornata insieme, e la sera andammo a passeggio per il paese: io avanti con Vincenzo e dietro Nunzia per mano a Pierino. Solito gelato e solite schieffezzelle, poi salutammo Nunzia e tornammo a casa. Il giorno dopo, dopo pranzo, io e Vincenzo andammo a riposare, mentre Nunzia e Pierino (che mai riposava) rimasero in veranda a giocare a carte. Io e Vincenzo dormimmo come sassi, come al solito. Al risveglio, mentre i ragazzi giocavano nel cortile del residence con gli amichetti, Nunzia mi chiama in disparte "Lo sai, mentre giocavamo a carte Pierino mi ha detto - Tu devi essere una brava mamma - e io gli ho risposto che ero la mamma di Paolo, che Grazia era la sua mamma e, che se voleva, io potevo essere una sua amica, ma mai la sua mamma". Evidentemente Pierino era stato colpito dalla dolcezza di Nunzia e, nella sua qualità di bambino sensibile, aveva espresso quello che realmente provava, un giudizio che era un semplice complimento per Nunzia. Le dissi che aveva fatto bene, d'altra parte aveva cercato di chiarire la sua posizione, evitando che Pierino potesse fare confusione tra lei e la madre. Ma so bene che Pierino nn avrebbe mai potuto confondere le due persone. Sono bambini intelligenti e sapevo quello che stavano pensando. Quindi mi tranquillizzai. Mai avrei pensato che quella frase avrebbe scatenato l'ira funesta della madre.Sabato mattina, terminata la vacanza, riaccompagnai i bambini dalla madre e tornai da Nunzia. Ci aspettava un we da trascorrere insieme.