Airetikos

Nine Eleven


Dell'11 settembre ho due ricordi.Cancellate dalla mente le immagini truculente che troppe volte ci hanno proposto e riproposto nel tentativo di convincerci che da quel momento nulla era più come prima, ed in realtà tutto ha continuato come prima e peggio di prima), ho conservato solamente due ricordi dei giorni immediatamente successivi.Nalla prima immagine si vede uno dei ponti che portano a Manhattan attraversato da decine di camion di soccorsi , visi contratti nella visione dell'apocalisse recente ed una donna seduta sulla spalletta in cemento all'inizio del ponte.Una donna di mezza età, nè bella nè brutta, una di quelle donne che hanno il cuore grande, una di quelle che sentono ancora il concetto di appartenenza, se non ad un popolo, almeno al genere umano.E' seduta sulla spalletta con gli occhi rossi di pianto ed ha davanti a se un cartello con su scritto "Thank you".Non potendo essere utile ai soccorsi, non potendo fare nulla di concreto ha avuto questo gesto di condivisione, di partecipazione alla macchina dei soccorsi, un grazie rivolto a chi andava a prestare la sua opera, un grazie che era il grazie degli Stati Uniti interi a chi si recava a portare il suo aiuto nel cuore ferito del gigante, una gigante, mai così umano come in quei giorniIl secondo ricordo lo prendo pari pari dal mio archivio, e racconta delle mie emozioni qualche giorno dopo quando il mondo si è fermato per tre minuti in ricordo delle vittime, di tutte le vittime anche degli attentatori perchè sono essi stessi vittime di un'ideologia di morte.Oggi a mezzogiorno ero in auto, la radio che stavo ascoltando ha interrotto le trasmissioni per osservare i tre minuti di silenzio in ricordo delle vittime statunitensi.Non ho spento la radio ed ho continuato a guidare nel silenzio scandito solo dal 'bip' ogni 10 secondi.Alla fine dei tre minuti le trasmissioni sono riprese con 'Imagine' di John Lennon.Il motore dell'auto era silenzioso e nessun rumore filtrava al di fuori, ho cosìavuto la sensazione di muovermi in un grande videoclip mentre nella mia mente si formavano le immagini evocate alle parole della canzone, ho avuto la sensazione divivere veramente in un grande mondo fatto di persone.Un gruppo di ragazzi, cartelle colorate e merendina stavano uscendo da scuola.Una coppia di anziani che attraversavano la strada tenendosi per mano.Due donne africane, probabilmente senegalesi, nei loro vestiti sgargianti.Il marocchino che lava i vetri al semaforo, seduto sul bordo della strada mentre mangiava un panino.Un gruppo di arabi chiaccherava fuori da un negozio.E poi ristoranti cinesi, studenti indiani, donne col chador.Torino è una realtà multietnica ormai, ed i problemi si affrontano insieme.Non sempre è facile a causa dei pregiudizi, dei razzismi di entrambele parti.Ma si può e si deve.... and the world will be as one!Alex