SUPPOSED TO BE WHITE

... IN SEMPLICE AMICIZIA...


Per la legge dei grandi numeri, anche a me ogni tanto capita di uscire con delle ragazze. Va bene, va bene, mi correggo subito: non è proprio il caso di darmi tante arie...
Molto sporadicamente mi capita di uscire con una qualche ragazza, naturalmente in semplice amicizia.Comunque questo -nel mio deinterlacciato essere- è già sufficiente per generare una ventata di incontrollato ottimismo, soprattutto se la ragazza in questione non è costretta a ricorrere a troppo alcool per sopportare la mia presenza. Lo so, son ingenuamente entusiasmabile, e non ne avrei motivi: ma che farci?!?...
E così mi lascio cullare, ogni cosa mi sembra migliore, raggiungo uno stato etereo, divento immune a tutto. Sopporto il trattore che mi rallenta la mattina e che mi fa trovare il passaggio a livello chiuso, che a sua volta mi fa arrivare 2 minuti in ritardo a lavoro e così mi fa perdere mezz'ora di busta paga. Saluto amichevolmente il direttore che mi guarda felice (sì: felice di potermi multare di mezz'ora...). Addirittura quando vedo Brazoea in ufficio gli sorrido benevolo, e anche se mi tiene un'ora dopo la fine dell'orario di lavoro e io ho già fatto un'ora di straordinario, continuo a sorridergli; e anche se mi carica di dieci altri lavori, gli sorrido lo stesso (giusto però per non mettergli le mani al collo...
). Ecco sì, tutto è perfetto. Quasi tutto. Perchè c'è chi smorza terribilmente l'entusiasmo: i miei genitori.
C'è da dire che io faccio di tutto per tener loro nascoste le mie uscite. Per esempio faccio finta di andare a letto e poi mi calo dal balcone. Ma questo non funziona se esco presto, o durante il giorno... non posso fingermi (anche) narcolettico... Oppure dico che esco col tal amico, ma anche questa frottola non può reggere molto, perchè il tal amico ha la ragazza, e come mai esce sempre con me?Insomma, ci sono volte in cui son costretto -mio malgrado, e sempre in seguito a precisa domanda- a confessare che esco con una ragazza, e subito mi affretto a sottolineare IN SEMPLICE AMICIZIA. E poi, tanto per non sbagliare, ci aggiungo che vengono anche dei suoi amici, che me li deve presentare (così le volte successive -ci dovessero mai essere- ho la scusa pronta e racconto che esco con i suoi amici...)Loro fanno finta di niente al primo istante, ma intanto la loro mente comincia a lavorare, e poi lavora, lavora, lavora.E così succede che il papà comincia con la sua tiritera, che consiste nel domandarmi con cadenza preimpostata di 72 ore cosa faccia nella vita tale sventurata che esce con me (ma chi glielo fa fare a questa...), comunque poi dimenticandolo sempre. Si raccomanda successivamente di non comportarmi assolutamente come il mio solito, e mi propina una serie di suggerimenti, sempre gli stessi: "non presentarti a mani vuote", "sii gentile", "cerca di comportarti bene, almeno stavolta", "vuoi portarle una bottiglia di vino?" (sì: per stordirla... e se non bastasse l'alcool la colpisco con il vuoto in testa magari...), il tutto guardandomi con una faccia colma di disapprovazione come per dire: "Ma non capisce proprio come si fa... fossi al suo posto..."   Grazie papà, che hai tutta questa fiducia...
Fiducia che non manca invece alla mamma, in quanto di punto in bianco in mezzo a tutt'altra conversazione -con testimoni presenti- se ne esce con frasi del tipo: "Ma la tua ragazza cosa fa a Pasqua?" commettendo due imperdonabili errori in poche parole. Il primo è quello di considerare che io possa avere una ragazza (cosa che -data la mia oggettiva condizione- avrete capito esser assai poco realistica...
). Il secondo è di lanciarsi in improbabili viaggi mentali verso spiagge che contemplano pranzi con famiglie riunite, presentazioni ufficiali, nonni finalmente contenti e magari anche un qualche erede... Quanta, quanta pazienza ci vuole...