Ieri dopo pranzo stavo allegramente lavando i piatti (vedeste che spettacolo: le stoviglie sporche a sinistra, in mezzo i detersi o i detergendi, a destra i pronti alla sciacquatura... tutto un flusso ordinato e ritmico degno della logistica quella con la elle maiuscola, la migliore...) (me le faccio e me le dico: embè, questo mi resta da fare...) quando la mia attenzione è stata attratta da un programma su RaiUno.In sostanza si discuteva della scelta di un bel giovanotto dagli occhi azzurri azzurri, che un giorno arrivò a casa e disse a mamma e papà: "Voglio farmi prete!". Niente di male nel dirlo, pensarono i parenti, è che poi l'ha anche fatto, e questo a suo tempo turbò non poco i due cari genitors.Ospiti in studio c'erano -tra gli altri- Ivan Zazzaroni e Emanuela Falcetti, due persone che hanno molte cose in comune. Innanzitutto non attirano in modo particolare la mia stima (e chissene direte voi... però, siete proprio simpatici oggi, eh?!?...), poi altra cosa che hanno in comune è che entrambi hanno costruito sulla chiacchiera un lavoro, ma soprattutto che entrambi concordano sul fatto di non condividere per nulla la scelta fatta dal giovine in questione.In particolare, la cosa che li spaventa nel profondo, che rimescola loro l'intimo come cemento in una betoniera è non tanto la scelta religiosa in sè e per sè, quanto piuttosto che così questo povero e sprovveduto ragazzo (quante cose la vita ha ancora da insegnargli!) aveva fatto una scelta assoluta, non più revocabile.Il Zazzaroni si dichiarò calorosamente contrario a questo modo di fare: eh no eh! no alle scelte assolute, perchè sono sbagliate, in quanto poi non puoi più ritornare sui tuoi passi. A mio figlio non lo permetterei mai.La Falcetti invece si spingeva più in là, affermando che di fronte alle scelte assolute uno si priva del proprio diritto alla felicità, che è un diritto -a suo dire- irrinunciabile.
IL DIRITTO ALLA FELICITA'
Ieri dopo pranzo stavo allegramente lavando i piatti (vedeste che spettacolo: le stoviglie sporche a sinistra, in mezzo i detersi o i detergendi, a destra i pronti alla sciacquatura... tutto un flusso ordinato e ritmico degno della logistica quella con la elle maiuscola, la migliore...) (me le faccio e me le dico: embè, questo mi resta da fare...) quando la mia attenzione è stata attratta da un programma su RaiUno.In sostanza si discuteva della scelta di un bel giovanotto dagli occhi azzurri azzurri, che un giorno arrivò a casa e disse a mamma e papà: "Voglio farmi prete!". Niente di male nel dirlo, pensarono i parenti, è che poi l'ha anche fatto, e questo a suo tempo turbò non poco i due cari genitors.Ospiti in studio c'erano -tra gli altri- Ivan Zazzaroni e Emanuela Falcetti, due persone che hanno molte cose in comune. Innanzitutto non attirano in modo particolare la mia stima (e chissene direte voi... però, siete proprio simpatici oggi, eh?!?...), poi altra cosa che hanno in comune è che entrambi hanno costruito sulla chiacchiera un lavoro, ma soprattutto che entrambi concordano sul fatto di non condividere per nulla la scelta fatta dal giovine in questione.In particolare, la cosa che li spaventa nel profondo, che rimescola loro l'intimo come cemento in una betoniera è non tanto la scelta religiosa in sè e per sè, quanto piuttosto che così questo povero e sprovveduto ragazzo (quante cose la vita ha ancora da insegnargli!) aveva fatto una scelta assoluta, non più revocabile.Il Zazzaroni si dichiarò calorosamente contrario a questo modo di fare: eh no eh! no alle scelte assolute, perchè sono sbagliate, in quanto poi non puoi più ritornare sui tuoi passi. A mio figlio non lo permetterei mai.La Falcetti invece si spingeva più in là, affermando che di fronte alle scelte assolute uno si priva del proprio diritto alla felicità, che è un diritto -a suo dire- irrinunciabile.