SUPPOSED TO BE WHITE

BREVE MA NECESSARIA DIGRESSIONE SULLA DIPUSTITÀ ™


(uno dei tanti opinabili concetti akillynei)Giusto per iniziare ad indirizzare il pensiero, la dipustità non è una malattia (anche se il nome un po' la evoca), non è un attributo genetico, nè è un difetto fisico o mentale di una persona: è un chiaro difetto umano, o per meglio dire della volontà umana. Nel senso che ci possono essere persone di straordinario intelletto che sono dipuste, ma dipuste forte, mentre altre che magari sono più lente o meno brillanti che sono tutt'altro che dipuste.La dipustità la si può considerare come una privazione dell'indipendenza intellettuale dell'individuo. La persona -posta di fronte a certe espressioni di massificazione- rinuncia più o meno consapevolmente alla ricerca di un comportamento suo proprio verso le situazioni esistenziali che gli si presentano innanzi. La dipustità cioè la si può pensare come un fenomeno psicologico che si innesta automaticamente in corrispondenza a determinate condizioni esterne.Una prova che tutto ciò sia reale e presente nel mondo attorno la si ha quando in noi compare la sensazione che in specifiche occasioni le persone -da normalmente pensanti che sono- si lascino dipustidire, o siano rese dipuste. Sono quelle tipiche situazioni in cui di solito ti domandi "Ma perchè è così dipusto e non capisce?" oppure "Ma sono io o son tutti gli altri ad essere dipusti?!?"Si può notare che le persone chiuse e solitarie manifestano in minor occasioni questo fenomeno rispetto alle persone più coinvolte socialmente, e questo forse si spiega col fatto che le persone più solitarie sono anche più interiormente indipendenti.Il dipusto molte volte poi si dimostra anche testardo, e questo è facile da capire se si tiene in conto che non è una persona autonoma, e senza le sue certezze crollerebbe e si sentirebbe perso come un vitellino abbandonato nella prateria. Lo si nota massivamente quando si discute con lui: si ha la sensazione concreta di trovarsi di fronte non ad una persona in buon accordo con le sue idee, bensì ad uno slogan con una faccia attorno, ad una persona che pronuncia una montagna di frasi fatte e di formule, dalle quali viene letteralmente dominato in lungo e in largo. Però niente di suo dietro tutto questo. L'impressione è che di fronte a differenti situazioni reagisca sempre in un modo preordinato, tra l'altro un modo non suo, che interpreta come un attore che non capisce la sua parte.Il dipusto su certi argomenti non ragiona in alcun modo, non si mette in dubbio, non considera chi gli sta davanti e le sue parole con gli occhi del suo intelletto. La sua individualità è stata confinata in un universo ovattato di molte (false) certezze, e il suo è un essere privo di volontà indipendente. Per questo il dipusto è in grado di commettere qualsiasi nefandezza senza nemmeno essere sfiorato dal dubbio che sia tale. E' per quello inoltre che è del tutto inutile cercare di discutere con il dipusto: non capirà mai, nemmeno davanti le prove più inconfutabili. Nè tantomeno riuscirai mai a stabilire un contatto col suo io, visto che il dipusto nemmeno si rende conto che l'ha perso. Puoi sempre investirlo con la macchina, ahimè temo però che ci siano più dipusti che punti della patente in giro. La dipustità diffusa è uno dei più grandi problemi dei nostri tempi, sulla scala dell'importanza viene subito dopo il fatto che l'Inter si vanta di vincere gli scudetti sul campo (ma ad ogni modo è ad esso correlato... senza i dipusti nessuno ci crederebbe al fatto che l'Inter vinca gli scudetti sul campo...)