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(questo post nasce dalla rubrica nuova di zecca di Antobi, il primo numero della quale ha me come oggetto di analisi: wow! ) Mhm... dico subito che non penso che i miei commenti siano stati ben interpretati. Anzi, non c'era proprio nulla da interpretare: bastava solo rimanere su quelle parole. Prendendola un po' larga, il discorso era questo per me: non mi pare sia la maniera giusta di cominciare un qualcosa di importante sapendo che mal che vada si può sempre cambiare rotta. Non parlo naturalmente di due che si frequentano, o di fidanzati o altro: parlo di due che si sposano, e che quindi danno un significato assai speciale al loro rapporto. (e ancora per favore tralasciamo i casi estremi di matrimoni musulmani o mariti violenti...) Psicologicamente, se comincio a fare qualcosa, non mi metto nemmeno a pensare che potrei smetterla da un momento all'altro, alle prime difficoltà. Così è già perdere in partenza. In questo senso c'è una sorta di precariato amoroso: ci son molti che stipulano sì dei contratti, ma son dei contratti a termine, con termine che è dato dal momento in cui ci si stanca: e quel che è peggio, che ci sia questa possibilità lo si ammette sin dall'inizio e lo si giustifica!!! Lo so lo so, son troppo idealista alle volte e vivo un po' staccato da quella che è la realtà delle cose. Dovrei cercare di adeguarmi all'andazzo. Però il fatto di anteporre la propria felicità personale ad esplicite promesse fatte fa parte -secondo me- di una visione piuttosto discutibile della vita... anzi, oserei dire che l'esistenza smarrisce un po' di significato, dato che non si riesce a dare un valore a quello che si fa e che si dice. Si interpreta la vita cioè solo a seconda della comodità contingente: è un concetto che si avvicina molto a quello dell'opportunismo. Penso che la vita sia fatta di molte cose, belle e brutte. Tu parli di "situazioni spiacevoli che la vita ci proporrà", e che non ci si può permettere di dare/ottenere delle garanzie, a scapito della vita stessa. Non è mica detto che tutti debbano sposarsi! Però se lo fai, accetti il fatto che se l'infatuazione che ti fa battere il cuore e che ti fa sembrare tutto bello per un qualche motivo finisce, tu ti rimbocchi le maniche e fai di tutto per far funzionare il tuo rapporto. Anche a costo di un'intera vita di sacrifici: questo perchè ti sei preso un preciso impegno, e dai un valore a quello che dici. Non per niente si dice "nella buona e nella cattiva sorte". O sono solo ennesime parole pro-forma? Il solito vacuo certificato passepartout tanto caro a questi tempi? E questo non è un discorso di ricerca di sicurezze personali, o di garanzie che la persona non mi lasci mai (... e questa mi è sembrata -permettimi- una considerazione piuttosto gratuita...), bensì del fatto che a me interessa una persona che dia un valore e un significato a quello che fa. Non una che quando cambia il vento si adegua e lo segue. Che cerca solo le sue personali soddisfazioni, a prescindere da tutto e da tutti, o una felicità continua ed euforica. O che senza l'emozione e il battito del cuore che prova durante l'infatuazione non sa che farsene del suo rapporto. Per innamorarmi ho bisogno di una persona speciale, che io possa stimare e del cui pensiero & parola possa avere alta considerazione e rispetto. Capisci bene, tutto questo con le sicurezze personali è solo indirettamente correlato, cioè esse diventano solo una delle tante conseguenze del rapporto con una persona che abbia una certa coerenza e sale nella zucca! Per concludere, esprimo un ultimo concetto, totalmente di natura personale. Io non penso che rinunciare a certe emozioni a 30 anni sia rinunciare a vivere: una vita può avere un senso ben preciso nella testa di chi la vive, e soprattutto delle rinunce sono parte integrante di una esistenza non vacua e nella ricerca di senso di una persona. Ben poche temo. |
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Allora, comincio col dire che tu mi hai dato lo spunto. E che ho commentato solo le cose che hai scritto e che mi sono 'balzate più all'occhio'. Esprimevo assolutamente anch'io un umilissimo e personalissimo pensiero, da non generalizzare. Sia chiaro. Può essere che stia sbagliando tutto, niente di più facile
Allora, per prima cosa vorrei che chiedessi a GiornataNo cosa gli ho sempre detto, a proposito dei rapporti. Una volta sposati, per me l'idea del divorzio non deve essere nemmeno da contemplare. E' per questo che non ho mai pensato di sposarmi. Perchè, per come sono fatta io, trovare una persona che mi facesse arrivare a pensare questo credevo fosse impossibile. Prima del matrimonio, tuttavia, c'è una fase di conoscenza imprescindibile, in cui si capisce se la persona che hai accanto è superficiale o affidabile. Ci sono dei segnali evidentissimi, che quindi dovrebbero subito farci capire che 'non ne vale la pena', altri che invece non riesci a scoprire, finchè non ti ci imbatti con i denti. Anche GiornataNo fino a 2 ore prima di mollarmi, l'estate scorsa, non aveva nessuna intenzione di farlo, e anzi mi aveva giurato amore eterno senza che ci fosse nulla che mi facesse mettere in dubbio le sue promesse. E invece, poi...
Questo volevo dirti, amico mio. Che certe cose proprio non si possono prevedere.
Alla tua ultima domanda, rispondo che non so "quante persone siano oggi in grado di far fronte alle proprie promesse e ai propri propositi con forza e positività anche se remando continuamente contro la corrente degli avvenimenti"... Però so che tra queste ci sono io, e se hai qualche oretta ti illustro la mia situazione.
Tutto questo per dirti che, se una coppia decide di sposarsi (o di iniziare un percorso insieme, per me è uguale), e dopo ci sono 1000 difficoltà ma rimane la voglia di superarle insieme, il senso di responsabilità, la costanza, la FEDELTA', e l'AMORE (non il batticuore, ci mancherebbe altro!), allora solo la morte potrà separarmi dal mio compagno. La mia morte... perchè la sua mi farebbe continuare ad essere sua... Però (ed era questo il senso del mio post), ci sono cose ESTREME; come le chiami tu, che accadono, e sono sicura che non riuscirai a negarlo. Vuoi dirmi che non esistono violenze familiari? E tradimenti? Io mi assumo le mie responsabilità al 100%, ma come faccio ad essere sicuro che lo farà anche l'altro? Dove finirebbe l'amore e comincierebbe il martirio? E siamo stati fatti per il martirio?
Ripeto: in condizioni normali, per me il divorzio non esite. Piuttosto che pensare che la soluzione può essere la separazione, non mi ci 'unisco' nemmeno. E questa è la mia linea di pensiero, per cui combatterò per tutta la vita 'per me e per chi divide il letto con me'. So però che ci sono situazioni che di normale non hanno nulla, e non si possono prevedere. E, ripeto, non credo possa prevederle nemmeno tu, ma magari mi sbaglio... Ecco che, quindi, c'è sempre una dose di rischio da assumersi, per quanto piccola possa essere, perchè altrimenti nessuno potrebbe mai decidere di sposarsi. Era questo il senso del matrimonio musulmano. Lì il rischio praticamente non c'è. Che ora la gente si unisca per solitudine o convenienza o leggerezza, è un dato di fatto, su questo hai perfettamente ragione, però ovviamente ognuno segue la sua strada. Spero solo che una persona che la pensa così non incroci la mia, di strada... E nemmeno la tua. E nemmeno quella di chi la pensa come noi. Speriamo.
Le persone oggettivamente superficiali non le prendiamo nemmeno in considerazione, ma una brutta 'crisi di mezza età', al momento, non riusciamo a prevederla. E se in nostro 'lui' fra 20 anni scappa con la segretaria ventenne, e la nostra lei fra 20 anni scappa col maestro di tennis, beh, al momento non c'è dato saperlo. Era questo il senso del mio messaggio.
Grazie per la tua ampia risposta, aver puntualizzato ha fatto bene a tutti e due. Un abbraccio.