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Post n°169 pubblicato il 30 Agosto 2007 da Akilleys
(AVVERTENZE: questo post tratterà di mie turbe psichiche, di fatti personali e di insondabili ed effimere teorie sulla vita, ed è lungo, forse inappropriato e magari discutibile... che ci volete fare!... Comunque si raccomanda l'astensione dalla lettura a chi volesse trovarci un senso, agli ansiosi, ai deboli di cuore, agli asmatici, agli astinenti, agli impazienti e a chi sentisse di aver una qualsiasi altra cosa da fare in alternativa) "Akilleys, cosa pensi di questo papa? E' meglio dell'altro secondo te? Dicono sia più intelligente... beh, bisogna che sia intelligente, per poter fare il papa!" Questo ciò che mi disse la nonna. Lo so che voi che avete a cuore la mia felicità vorreste che io frequentassi ogni tanto gente più della mia età... però è un periodo un po' così per me, diciamo che faccio fatica a trovare il filo delle corrispondenze. E poi insomma, lasciatemi spiegare perchè questa frase ha scatenato al mio interno mille pensieri. Ma per una frase così mille pensieri? Akilleys stai messo male, la nonna voleva solo parlare del più e del meno, e non ha detto niente di trascendentale. Esplicito allora il succo di ciò che mi frulla in testa (dove ha molto spazio libero per frullare...). Ebbene, come faceva notare un signore di nome Juan Arias, se guardiamo come Gesù ha scelto la prima persona a capo della chiesa (e insomma, diciamo che come riferimento non ce n'è di migliori, in senso assoluto), potremmo facilmente notare come questa persona non avesse alcuna di queste qualità. Pietro non era preparato sotto alcun punto di vista: era un pescatore che proveniva da una famiglia povera, zero cultura e conoscenza del mondo. Non era il più intelligente (lo era Giovanni, che tra l'altro era il preferito di Gesù). Era un mattacchione che nonostante tutto quello che Gesù aveva detto, la prima volta che si è sentito minacciato ha avuto la bella idea di tagliare un orecchio ad un soldato, là nel Getsemani, alla faccia di qualsiasi insegnamento. Fateci caso, non era per nulla diplomatico: ad ogni domanda fatta da Gesù era sempre sempre il primo a rispondere, in modo impulsivo e a volte fuori luogo (come quando promise che non lo avrebbe mai rinnegato). Il tipico elemento senza filtri e autocontrollo, per nulla previdente. Quando era in barca sul lago con Giovanni e altri discepoli, e si è reso conto che quello a riva era Gesù, non ha trovato di meglio che buttarsi in acqua e nuotare, mentre gli altri son arrivati poco dopo in barca, asciutti e in tranquilità. Era un ingenuo incapace di controllare i suoi scatti. Gesù una volta gli ha dato del "Satana", perchè -in buona sostanza- si ostinava a sparar vaccate e a crear problemi. (e mi fermo qua con la descrizione di Pietro... mi hanno detto che per il paradiso una sua buona parola conta... ) E allora perchè Gesù ha scelto proprio lui? Gesù -tra tutte le persone che c'erano- ha proprio voluto Pietro, non l'ha scelto a caso. La risposta ce la fornisce Gesù stesso, direttamente. E Pietro dice sì tutte e tre le volte, rimanendoci pure male la terza volta, perchè per lui era chiaro e indiscutibile questo. Miseriaccia, lui non aveva niente se non Cristo, aveva abbandonato tutto e tutti per seguirlo. Già poco aveva prima, e ha passato gli ultimi tre anni senza niente, allontanandosi da conoscenti e amici, girovagando senza dimora. Pendeva letteralmente dalle sue labbra, ed era sempre il primo ad esser pronto al suo fianco, il primo a voler fare tutto per Lui. Non era abbastanza chiaro? Per Pietro, molto semplicemente, Gesù era esistenzialmente tutto. Io penso che tutti quegli aspetti che noi consideriamo dei difetti o dei "disincentivi" nel considerare una persona per un ruolo di responsabilità -o anche per condividerci la vita- a Gesù non importassero proprio niente. Lui vedeva tutt'altro. In Pietro vedeva la spontaneità, la capacità di amare incondizionatamente, il ragionare senza calcoli o compromessi, l'animo essenzialmente buono e sincero, l'umiltà che lo permeava da capo a piedi, la positività nei confronti della vita e delle persone, e soprattutto l'entusiasmo, cristallino e strabordante, sempre comunque e dovunque. Pietro poteva esser uno scemotto e aver commesso mille errori nella sua vita, e allora? Cosa importava? Anche il fatto di essersi macchiato di apostasia non significava alcunchè: si può dire che Pietro era l'unico presente, l'unico voglioso di star vicino a Gesù, mentre tutti gli altri erano scappati. Forse anche noi molte volte si dovrebbe ri-tarare un po' il nostro modo di considerare le persone, io per primo. Si ammirano certi perchè particolarmente intelligenti, perchè sono abili (scaltri?) nei rapporti sociali, perchè sfornano opere di incomparabile bellezza o genio, perchè sono divertenti e spassosi, o perchè capaci di riflessioni sui massimi sistemi che ai più sono completamente oscure e inarrivabili. Senza considerare poi le persone che si lasciano abbagliare dalla bellezza esteriore, considerandola un bene assoluto, o dal successo economico. A ben considerare, queste ultime poi sono qualità che tutti quanti possono avere... se si sapessero apprezzare di più queste qualità (che alcune volte si scontrano con l'intelligenza, con la "perfezione", con il successo personale, con l'essere previdenti, col salvaguardare gli interessi e magari anche se stessi), chi potrebbe sentirsi inconsciamente inferiore o inadeguato rispetto qualcun altro? Si può essere più o meno intelligenti, più o meno loquaci, più o meno belli, più o meno spiritosi, però se quello che importa veramente è la tua capacità di amare o il tuo entusiasmo o la tua sincerità... chi non può avere queste qualità? Sarebbe la sola volontà personale di ognuno a fare la differenza. E forse poi il senso delle cose è proprio quello: che ti serve esser capace di fare sottilissimi ragionamenti, o astrusi calcoli, o scrivere divinamente, o esser bellissimo, o avere una cultura vastissima, o aver fatto mille esperienze, o essere perfetto ed inappuntabile in ogni occasione se alla fine sei incapace di -magari strampalati- ma disinteressati slanci d'affetto nei confronti delle persone che ti stanno più vicino, e a cui vuoi più bene? Se non sei capace di dedicarti ad (almeno) un'altra persona completamente? Che ti serve essere pubblicamente acclamato per il frutto del tuo pensiero o delle tue gesta, se poi ti guardi intorno e non c'è ricchezza nelle tue relazioni? Infine, chi alle volte non sente al suo interno il desiderio di vivere un sentimento simile a quello che Pietro provava per Gesù, un sentimento incondizionato, privo di incertezze, assoluto e senza remore di alcuna sorta? Un sentimento per cui valga davvero la pena di vivere, che ti faccia guardare al di là di te stesso e delle tue necessità? Io devo confessare che ogni tanto un pensiero di tal sorta mi sfugge, non so da dove... ma chiudo qua i rubinetti, che mi è stato rimproverato di essere eccessivamente prolisso... (eh sì, non si può far niente a sto mondo, neanche nel proprio blog!...) |
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Sì, mi stupisco anch'io che ci siano persone che si leggano tutte queste pappardelle, e che poi alla fine trovino ancora le forze per scrivermi qualcosa: un grazie ci sta proprio tutto! :)
Anch'io molte volte trovo sia interessante associare -più che un volto- una persona a ciò che leggo... poi si legge più volentieri! :)
... infatti alla fine scrivo sempre quanto mi sembra il caso... :D
No, non lo so se questo papa rispecchi la volontà iniziale di Gesù... non penso di essere la persona giusta per poter esprimere un parere su questo. Quello che mi sento di dire con una certa sicurezza però è che molte volte siamo fossilizzati su modi di vedere le cose che forse potrebbero essere ridiscussi. Della stessa religione cattolica io son convinto che in moltissimi si sia ricchi di preconcetti ma che non si abbia proprio una idea chiara: penso che in molti si sia ascoltato altri che ne parlavano -facendose una opinione abbastanza arbitraria-, ma che non si sia mai letto per esempio tutto il vangelo, per farsene un'idea personale. Da parte mia cerco un po' di divincolarmi in mezzo a tutto questo, ma non è facilissimo. Occorrono delle buone guide, oltre che la volontà personale.
No, che fosse Giovanni io penso sia abbastanza certo. In una delle sue apparizioni dopo la resurrezione, aveva chiamato in disparte Pietro, e Giovanni li aveva seguiti. Pietro si era lamentato di ciò, ma Gesù gli ha risposto che non doveva preoccuparsi di questo, che a Lui andava bene così. In molti momenti poi lo stesso Giovanni si autocertifica come il preferito, e dato il tenore del suo vangelo non penso si abbiano motivi di metter in dubbio ciò. Poi se altri hanno altri modi di vedere, benvengano! Punti di vista differenti arricchiscono, se hanno fondamento. :)
Ma poi, che senso ha fare una dibattito su chi fosse il preferito?!? Non ha alcuna importanza! :D