al-amin

LA MORTE DEL MESSAGGERO DI ALLAH (pace e benedizioni su di lui)


Dobbiamo sapere che nel Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) abbiamo un ottimo esempio, vivo o morto, in atti e parole. Tutti i suoi comportamenti sono delle lezioni per i perspicaci e una meditazione per coloro che sanno osservare. Non vi è per Allah l’Altissimo nessuno più nobile di lui, poiché egli è l’Amico intimo di Allah (SWT), il Suo benamato e il Suo Profeta. Malgrado ciò, Allah (SWT) non ha prolungato la durata della sua vita sulla terra, nel momento in cui essa è giunta al termine. Il suo statuto di Profeta non ha né anticipato né ritardato di un istante il momento in cui la morte si è presentata.Allah (SWT) gli inviò i nobili Angeli aventi per missione la morte delle creature. Ebbero premura di trasportare la sua anima soave; con delicatezza ritrassero la sua anima pura dal suo corpo puro, con il compiacimento e la misericordia di Allah (SWT), per accordargli una dimora eterna presso il Misericordioso. Nonostante tutto ciò, al momento della separazione del suo corpo dalla sua anima, la sua tristezza fu terrificante e si aggravò sempre di più negli ultimi istanti; il suo dolore, dovuto alla separazione definitiva del suo corpo dall’anima, aumentò; il suo colorito cambiò, così come l’aspetto del suo viso; la sua fronte si ricoprì di sudore; i suoi pugni non cessarono di aprirsi e chiudersi... Tutti coloro che furono presenti a questa scena si lamentarono.La sua qualità di Profeta, l’ultimo di tutti i Profeti, non contribuì a posticipare ciò che era stato predestinato. L’Angelo non prese in considerazione la posizione della sua famiglia, della sua tribù, o della missione che egli (s) aveva compiuto. Non poté ritardare o rimandare la sua morte, benché egli fosse il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui), e avesse comunicato la buona novella e l’avvertimento a tutta l’umanità. Semplicemente, l’Angelo eseguì l’ordine che gli era stato impartito, applicando ciò che era scritto sulla “Tavola Custodita” che si trova presso Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo).Malgrado tutto ciò, vi sono alcuni che non lo prendono ad esempio, e non traggono alcuna lezione dalla sua vita né dalla sua morte, se non, forse, quando li coglie una disgrazia. Ma una volta passato il male, dimenticano la prova subita e ricadono prigionieri dei loro desideri, fedeli alle tentazioni. Perché non traiamo lezione dalle condizioni in cui Muhammad (sallAllahu ‘alayhi wasallam) morì, così come dalle sofferenze da lui subite, lui, il Maestro dei Messaggeri, la guida dei pii, e l’Amico del Signore dei Mondi? Forse che ci crediamo eterni ed immaginiamo che, nonostante le nostre cattive azioni e i nostri peccati, saremo perdonati e onorati da Allah (SWT)? Al contrario! Stiamo sicuri che tutti ci ritroveremo ad abitare all’Inferno, a parte coloro che beneficeranno della misericordia di Allah, il Clemente, il Misericordioso.Spesso siamo lontani dall’essere dei pii che temono Allah l’Altissimo. Allah (SWT) dice: Nessuno di voi mancherà di passarvi: ciò è fermamente stabilito dal tuo Signore. (Corano XIX. Maryam, 71) Che ciascuno si interroghi e veda se è più vicino agli ingiusti o ai pii! Guardiamo noi stessi e giudichiamo secondo i nostri atti, dopo aver letto la biografia della gente pia che ci ha preceduto. Essi erano, grazie alla loro conformità alle prescrizioni divine, tra coloro che temevano Allah l’Altissimo e ciò che li aspetterà nella vita dell’Aldilà.Poi osserviamo il Sigillo dei Profeti, Muhammad (pace e benedizioni su di lui), che era certo della sua missione. Egli era la guida dei pii e dei saggi. Ciò è riportato nell’hadîth seguente: ‘Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) disse: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) morì a casa mia; fu il giorno più penoso della sua vita. Nel momento della morte, tra l’incavo della mia spalla e il mio petto, Allah (SWT) mescolò la mia saliva alla sua. Mio fratello ‘AbdurRahman (r) entrò a casa mia tenendo un siwak2, e io compresi che (il Profeta) lo avrebbe voluto. Gli chiesi: «Posso prenderlo per te?». Fece cenno di sì con la testa. Glielo porsi ed egli lo mise in bocca. Era difficile per lui, allora gli domandai: «Vuoi che te lo ammorbidisca?». Fece cenno di sì con la testa. Dunque glielo ammorbidii.Aveva tra le mani un otre pieno d’acqua in cui immergeva le mani dicendo: «Lâ ilâha illâ Allâh, la morte ha i suoi spasimi!», poi tese la mano dicendo: «Verso il CompagnoSupremo!»”.  Il Messaggero di Allah (s) morì a casa di ‘Aisha (r). Che Allah l’Altissimo faccia sì che noi possiamo raggiungerlo come Musulmani, Credenti e fedeli al Messaggio che egli (s) ci ha portato.