Creato da Aldo.Arte.Sicilia il 14/04/2012
Monumenti, Archeologia, Storia

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Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 30/09/12 alle 19:18 via WEB
Il palazzo, di amplissimo impianto planimetrico, è appartenuto ad una delle più potenti famiglie aristocratiche palermotane, quella dei Brancifori principi di Butera, che ne fecero un vero e proprio status symbol del loro prestigio economico e politico. Sorse, su un impianto seicentesco, nel XVIII. Il palazzo andò distrutto nel 1759. Un grave incendio devastò gran parte dell'edificio, che fu allora quasi interamente ricoostruito e rinnovato, sotto la direzione di Paolo Vivaldi, architetto ufficiale di casa Butera. Allo scadere del secolo i lavori di ampliamento e restauro furono eseguiti dagli atchitetti da Carlo Chenchi e Pietro Trombetta. Dai locali terranei (stalle e rimesse) si perviene al piano nobile. I saloni del palazzo trovano sfogo nell'ampia terrazza che prospetta sul Foro Italico, introdotti da una sala rivestita da boiseries con dipinti raffiguranti i possedimenti della famiglia Branciforti (erano molto vanitosi). La smagliante decorazione a fresco di Gioachino Martorana (cronologicamente collocabile intorno al 1780( è il più brioso e raffinato saggio del gusto rococò, allineato agli esiti della pittura napoletana del tempo. I soggetti vanno dal simbolico al bucolico. Tra gli altri notiamo: Il Trionfo di Diana-luna e Venere e il Trionfo di Apollo-Sole, le vaghissime figure del Cacciatore e della Cacciatrice e del Pescatore e della Pescatrice.
 

 
Aldus_r
Aldus_r il 30/09/12 alle 18:10 via WEB
Ciao Ombretta,
ti ringrazio, per avermi fatto visita. Sono contento che hai apprezzato la descrizione.
Buona serata domenicale, con un abbraccio.
Aldo
 

 
shadow_15124hfukrl
shadow_15124hfukrl il 20/09/12 alle 20:54 via WEB
I Siciliani siamo maestri nella distruzione di reperti storici, ciao Aldo bella la descrizione che ne hai fatto, neppure io che sono Sicula la conoscevo. Una buona serata Ombr.
 

 
Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 15/08/12 alle 21:16 via WEB
In Sicilia, abbiamo un patrimonio culturale e artistico di inestimabile valore, che non sappiamo sfruttare a fini commerciali. Se vai a visitare , per esempio, la Cappella Palatina, l'ingresso è gratuito, così come tutti gli altri siti artistico-storico-culturali. Pertanto, la Cappella Palatina, non avendo potutto accantonare le risorse finanziarie per il restauro, a causa della gratuità delle visite, è duvuto intervenire un benefattore tedesco, l'industriale Reinhold Würth, presidente dell’omonima fondazione, che ha firmato nel 2003 il protocollo d’intesa con la Regione Siciliana, per finanziare i lavori di restauro.
Ciao Fabrisio.
Aldo
 

 
whisperblue
whisperblue il 18/07/12 alle 21:05 via WEB
...ci sarebbero tante cose da valorizzare da noi, altro che bancarotta causata da clientelismo dissennato...
Caro Aldo, un abbraccio :-)
 

 
Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 15/06/12 alle 19:07 via WEB
Il Castello a Mare costituiva uno dei baluardi più antichi e importanti del sistema difensivo di Palermo.
L'originario impianto, al quale è riferibile la Torre Mastra, potrebbe risalire alla fine del XII secolo, cioè all'età normanna, quando venne utilizzata come prigione o forse anche prima, secondo alcune testimonianze storiche.
In età angioina nel castello venne posta una guarnigione militare.
Tra il '400 e '500 il complesso venne ulteriormente fortificato con la costruzione della Torre cilindrica della fine del XV secolo detta S. Pietro e poi S. Giorgio per la vicinanza dell'omonima porta urbana.
L'ingresso era preceduto da un ponte e dalla falsabraga, elemento di difesa a protezione del ponte e dell'accesso della fortezza.
In età borbonica, la costruzione, ancora adibita a carcere, divenne il simbolo della odiata tirannide.
In seguito fu utilizzata come caserma e negli anni '20 i lavori di demolizione risparmiarono solo la Torre Mastra, il corpo d'ingresso e la Torre cilindrica.
I recenti lavori di restauro e sgombro delle costruzioni abusive hanno ridato lustro e splendore al parco archeologico.
 

 
Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 12/06/12 alle 18:05 via WEB
La Cuba costruita nel 1180da Guglielmo II, come ormai abbiamo appreso, era uno dei sollazzi del sovrano normanno, ed aspressione della sua cultura filorientale. Un grande giardino, detto Genoardo ( dall'arabo, gianat al-ard),"il paradiso della terra"), collegava questo palazzo suburbano agli edifici della Galca, il quartiere direzionale della città normanna. Piante da frutto e aromatiche, animali di qualsiasi specie, vialetti e piccoli chioschi costituivano gli attributi qualitativi di questo giardino. La fama di questo luogo, denominato Cuba già dal XIII secolo,ispirò Boccaccio che vi ambientò una novella del Decamerone: la sesta della quinta giornata.
Il palazzo, circondato da ogni lato da un bacino artificiale, sembrava ergersi dall'acqua. Un ponticello facilitava l'accesso all'interno.
 

 
Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 26/05/12 alle 13:17 via WEB
La Chiesa di S. Giuseppe dei Teatini rappresenta una delle espressioni più significative del barocco palermitano. La costruzione venne iniziata nel 1612 e terminata nel 1645 sotto la direzione dell'architetto genovese Giacomo Besi, appartenente all'Ordine dei Teatini. L'esterno è improntato ad uno stile tardo-rinascimentale di severo aspetto. L'elegante e slanciata cupola venne progettata intorno al 1724 dall'architetto Giuseppe Mariani, il campanile con colonne tortili attribuito a Paolo Amato, è rimasto incompiuto. La facciata principale, che prospetta sul Cassaro, porta la statua raffigurante S. Giuseppe. All'interno troviamo gli stucchi e gli ori di Paolo Corso, eseguiti su disegni di PaoloA mato, gli affrechi della volta della navata centrale, con "Storie di S. Gaetano", furono eseguiti nel 1693 da Filippo Tancredi, gravemente danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, sono stati quasi interamente rifatti. Oggi ,dopo il restauro, tornano al loro originaio splendore anche gli stucchi e gli ori.
 

 
Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 23/05/12 alle 17:56 via WEB
L'edificio, detto comunemente Steri(Hosterium Magnum), voluto a partire del 1306 da Giovanni Chiaramonte il Vecchio, Ammiraglio e Gran Giustiziere del Regno Aragonese, era stato modificato e ampliato successivamente dagli eredi fino al 1392 quando Andrea fu decapitato e la famiglia subì la confisca dei beni. Divenne quindi residenza regia e sede della Regia Magna Ciria, e poi dei Viceré; sede della Regia Dogana; dal 1600 al 1782 ospitò il Tribunale dell'Inquisizione; successivamente, varie istituzioni borboniche fino a divenire con lo Sato italiano, nuovamente Tribunale. Oggi è sede del Rettorato della Università degli Studi di Palermo.
 

 
Aldo.Arte.Sicilia
Aldo.Arte.Sicilia il 22/05/12 alle 14:43 via WEB
Il vasto edificio del Monte di Pietà viene costruito nel 1550 come opificio per la realizzazione dei panni; la via attigua si chiama via Panneria, nome legato a questa attività. Loriginario palazzo presentava, come si ricava da antiche stampe, uno sviluppo lineare e nitido con un ampio loggiato all'ultimo piano per permettere ai panni di sciugare. Nel 1591 è destinato a Monte del Pegni e modificato: il loggiato superiore viene chiuso. Del 1684 è l'orologio a campana posto sopra iil fastigio di coronamento. Nel secolo XVIII si iniziano opere di modernizzazione e le aperture vengono ornate con opere con timpani mossi ed articolati. Nel 1786 un ampio pertico neoclassico di ingresso, attribuito all'architetto Pietro Ranieri, modifica il prospetto principale; a sinistra di esso, seminascosta, si trova una armoniosa fontana del 1634. Acquistato dal Banco di Sicilia (oggi fa parte della Fondazione Sicilia) nel 2005 sono iniziati i lavori di recupero della struttura, affidando il compito al progetto dell'architetto e designer di fama mondiale Gae Aulenti.
 
 
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