in un bicchiere..

Post N° 35


I viaggi insegnano,camminano.Io avevo bisogno di stare con me,di vedermi da vicino e sputarmi in faccia se necessario.E' stato un viaggio lungo.L'aria sapeva di terra e lana,il vento le irrigidiva e il sole le scioglieva come lacrime.C'era tutto il tempo per pensare e chiudere il mondo nella mia scatola,tenere i pensieri nel pugno chiuso soffiarci dentro e lasciarli andare come sabbia nella sabbia.Ho avuto tempo,capendo che in realtà mi mancava il tempo.Sono una persona nuova?Questo ancora non lo so,so che sono tornata e sono viva e non ci speravo.So che devo lavorare sulla persona che sono e su quella che ero.Insomma sulla mia gabbia.In gabbia,sono ed ero in gabbia,cerco le chiavi,lecco le ferite,voglio rinnovarmi,rinnovare la mia vita,trovare cio' che ero prima,prima che questa catastrofe emotiva si scagliasse su di me,dopo che la paura invadesse il mio corpo e la mia mente.Voglio ricominciare dall'inizio,voglio rinascere oggi,ora che sono tornata.Il mio viaggio come  placenta, ho visto e ascoltato il mondo che si dipingeva con lentezza attraverso il suo rumore ovattato,voglio che tutta quella terra si trasformi in nutrimento per cio' che voglio imparare ad essere.Il mio viaggio,la mia placenta e poi la luce,quel sole attraverso le montagne e quel pianto liberatorio gridato al passo dei tamburi di Rancas,pianto liberatorio,pianto che ha aperto i polmoni.Sputata fuori con la voglia di vivere,di nascere ancora.Riorganizzare,amare odiare.Senza paura di vivere,senza paura di morire,pochi obbietivi e i miei,si i miei.Obbiettivi che mi appartengano,che siano parte di me,impegnarmi in cio' che il mio animo promette.Ricominciare a sognare quei sogni che sono diventati polvere,rimetterli in piedi e permettere che si realizzino.Darmi speranza.Ricominciare a vivere,a correre ,a non pensare a ciò che accadrà domani,ma penSare a cio' che è oggi, qui, subito.Viaggio,voglio darmi un'opportunità,l'opportunità di vivere,seduta sulla fredda pietra ho guardato la lana filare,mani veloci,colori che facevano l'amore,tagli netti e precisi,parole a voce alta e risate,bambini scalzi.Improvvisamente io non ci pensavo,non pensavo a quello che mi sarebbe sucesso.Un momento un solo momento di lucidità,uno spiraglio di luce che trafigge il buio e mentre il cielo azzurro dondolava e quella lacrima scavava solchi incolmabili,in quel momento ho capito di voler vivere.Tornare,questo volevo e non tornare a casa mia,tra le mie cose,tornare a vivere.Sono morta,un anno di morte e in quel momento tutto cio' che era intorno a me spiegava che non potevo avere paura della morte,perchè ero già morta,ora dovevo imparare a vivere.Cosi ricomincierò dall'inizio,come se fossi nata oggi.Ricomincio da me.Niente piu' lacrime scure,niente piu' paura di vivere,niente piu' paura di morire,niente pareti per proteggermi,daro' meno spazio all'ascolto negativo del mio corpo, mi darò spazio,mi impegnerò,crederò di piu' in me stessa,non permetterò piu' a nessuno di dirmi che non posso,che devo,che non devo,quando e come.Che sia il via,per la mia nuova vita,tra le lacrime,riprendendo il mio sorriso che ho seppellito.Posso farcela,Poderosa ne sarà contenta ed io con lei.Mentre il sole dall'altra parte sorge, decido che posso rinascere,il vento gelido accarezza i miei capelli, carezza leggera.L'attimo in cui ho sentito la sua mano,lui era con me anche quella volta e all'orecchio,piano arrivava la voce che cosi' poco ho sentito "si nasce mille volte,Scricciolo".E'tempo, c'è abbastanza luce.