in un bicchiere..

Ci sono nonni e giorni


Mi sono mangiata l'ultimo pezzo del natale,qui davanti al pc,l'ultimo cioccolatino di un calendario dell'avvento le cui caselle sono state aperte solo per metà,la solita incostanza.Mi è venuto in mente mio nonno che spogliava l'ulivo del giardino dalle olive premature,proprio in questo periodo.Era un ulivo secolare che occupava ingordo il lato desto della casa dei nonni,d'estate faceva ombra alla casa e accoglieva sotto i suoi rami  i piccoli animaletti del nonno,d'inverno invece era li' solo e maliconico e piu' sensibile agli sbalizi di temperatura.Nonno saliva sulla sua scala e piano lo spogliava delle olive che non sarebbero dovuto nascere e che tenute li' avrebbero impedito a quelle grosse e mature di allietarci il palato,ne faceva pochissime e nonna lo chiamava "il vecchio".Ci tenevamo particolarmente tutti a quell'albero perchè sotto i i suoi rami sorridenti si erano snocciolate le vite di ogni singolo individuo che componeva la mia famiglia ed in particolar modo intorno a quell'albero girava la vita del nonno.C'erano altri trecentocinquanta alberi come lui dietro casa dei nonni, nel terreno di famiglia,alberi di olive i cui frutti erano succosi e dolci ed il cui olio permetteva a tutti di passare l'inverno in compagnia di una buona bottiglia .Ma il nonno amava solo quell'anziano albero stanco.Nonna diceva che quando erano piccoli ,ed entrambi non avevano di che mangiare si sedevano sotto di lui che era poco distante dalle proprietà dei padroni per cui lavoravano e immaginavano una vita diversa.Quando ne ebbero la possibilità comprarono il terreno difronte a quell'olivo e poi pian piano si espansero a destra e poi a sinistra.Dietro quell'olivo invece c'era il passato di entrambi,passato che non volevano ricordare ed affrontare.Era già nata mia madre,l'ultima di 9 figli quando nonno si decise a comprare anche ciò che c'era dietro,quei terreni erano una desolazione,incolti e stanchi con case che cadevano a pezzi,il nonno aveva comprato il suo passato e si decideva a ricordarlo.Il nonno,staccava ogni singola piccola oliva nera dai rami di quel gigante e le faceva cadere in terra dove io e i miei cugini le recuperavamo per poi giocarci con le fionde e farci inevitabilmente male.Un giorno le sue radici arrivarono a spaccare le matonelle del ballatoio,scoppiarono come bottiglie ghiacciate al sole.Lo zio allora chiamò un suo collega per dare un'occhiata alla casa,di modo potesse farci sapere quanti danni potevano fare ancora quelle radici,disse che nei prossimi anni tutto il ballatio ne sarebbe stato ricoperto e che ad ogni modo quell'albero andava spostato,se un fulmine l'avesse colpito parte di esso sarebbe caduto sulla casa.Ricordo tutti molto preoccupati per questa notizia,erano allarmati da quel gigante,quanti danni avrebbe potuto ancora fare?Il nonno ascoltava tutti paziente,una settimana dopo quando mi svegliai guardai fuori dalla finestra e vidi molte persone e grandi macchine che scavavano,scesi in cucina eccitata volevo vedere come e dove avrebbero spostato l'ulivo.Mi precipitai su nonna che preparava la colazione,l'odore di latte e caffè e dei suoi biscotti aveva invaso tutta la cucina,le arrivai dritta tra le braccia ancora in pigiama e lei prima mi abbraccio e poi mi fece fare i  tre giri su me stessa,il valzer del buon giorno lo chiamavamo.-Nonna oggi spostano l'albero?Dove lo mettono?-Mi fece avvicinare alla finestra e insieme guardammo fuori.-Vedi li a sinistra?tutto quello spazio con l'erba alta?-Io annui con la testolina veloce.-E' li che lo mettono Nonna?-Lei sorrise e mi mise a sedere al tavolo.-No proincipessa,è li che il nonno sposterà tutto il ballatoio e il pozzo--E' lalbero?-chiesi delusa?--E il vecchio resterà li dove è sempre stato-