Titoli di coda

Post N° 12


E' un giorno speciale, un giorno di festa. Le città si svuotano e le famiglie si uniscono in un unico grande abbraccio intorno ad un tavolo apparecchiato. Code ai caselli, come tante formiche che escono ai primi raggi di sole, radio a palla nelle auto vibranti di voci, i più giovani sulle moto per cercare un week-end tutto per loro, forse il primo concesso da mamma e papà. Le nuvole del mattino smettono di disturbare il sole, così eccolo fare capolino e poi splendere in tutto il suo calore. E penso, affacciato alla finestra di casa, con la sigaretta fra le dita, penso a quello che nella vita mi sono perso per il mio egoismo, per poter vivere fuori da schemi e regole. Quegli stessi schemi che adesso, qui appoggiato alla ringhiera mi mancano. Un papà spinge la carozzina di un bimbo che piange, avrà fame, non so, non conosco i bambini, è un mondo a me completamente estraneo. Adesso però invidio quel papà. Non ho mai pensato ad una famiglia mia, a quella certezza che tutti nella vita vogliono avere. Una bella casa, una moglie e tanti figli da mantenere, da accudire, da amare. Ho guardato queste cose con distacco, quasi con fastidio. Che banalità! Non mi vedevo a scorazzare un paio di bambini alla domenica mattina in bicicletta, magari con il ciuccio in tasca e la merendina nello zaino. Mi ripeto da un paio di anni, meglio così, perderei la mia libertà, non potrei più fare ciò che mi piace, ammesso che ci sia qualcosa che mi piaccia veramente. E poi quale libertà? Quella di essere solo, con un cane e il frigo disperato nel suo vuoto? Il frigo mi assomiglia, è freddo e vuoto come me, almeno, in questo momento mi sento così: Una scatola vuota! La gente che vedo dalla mia finestra , ha una vita piena,  dal mio punto di vista , è felice di rincorrere la fine del giorno con le mani piene e i volti sereni. Ecco, una bella coppia mano nella mano, li guardo e fingo distrazione, come ho sempre fatto. Guardare alla normalità con distacco e superficialità; non finirò mai impiegato di banca con la tredicesima e la suocera che mi stressa. No io no, sono furbo! L'amore? Puah, roba da donnette, fiori e bigliettini appesi sulla porta di casa, il profumo del caffè alla mattina , le scale di corsa per non perdere l'autobus! No, non cascherò mai in questi condizionamenti, non sarò mai un "borghese perfetto"! Nessuna donna mi inchioderà alla sua gonna per sempre, non mi alzerò mai di notte per cullare il sonno del piccolo erede!Appoggiato alla finestra, pizzico la sigaretta per gettarla lontano, la guardo cadere sul selciato. Rientro in casa dove mi aspetta il mio "compagno" a quattro zampe,scodinzola è l'ora della passeggiata.Andiamo.