Titoli di coda

E....in mezzo, il cielo.


Non perde le sue abitudini, mia madre. Si sveglia presto al mattino e gira per la casa ancora sconosciuta come una tigre in gabbia!Ci ho messo tutta la mia scienza di figlio per convincerla a passare una settimana con me in casa mia.Lei che non si è mai allontanata dal suo paese.Lei che non ama il rumore della città e tutto quello che è vivere a Torino. Finalmente ci sono riuscito, ma subito pentito, non perchè mia madre mi dia fastidio, anzi, è che la vedo persa senza le sue cose, la sua vita.Al mattino alle cinque è già seduta in cucina, con in caffelatte bollente nella tazza e i suoi "rubatà" (grissini tipici piemontesi lavorati a mano) vicino al cucchiaio, tre per la precisione, non di più e niente biscotti per lei. Un alimento da sofisticati e lei è una donna di montagna: latte, mucche e stelle alpine.Le arrivo alle spalle piano e mi siedo davanti a lei.  - Ti ho svegliato mi spiace- Lo dice con la voce malinconica e sento so che le manca casa sua. So che non le piace stare qui. E' abituata ad uscire in giardino, andare nell'orto, le basta aprire una porta ed è fuori all'aria fresca e ossigenata. Qui da me no! Qui deve scendere le scale, attraversare un corso, si trova proiettata nel caos delle macchine e dei tram, si confonde le gira la testa e così non esce da tre giorni. Cioè da quando l'ho portata in città.E' difficile per lei adattarsi a questa vita sempre in movimento, senza tregua nè silenzio. Egoisticamente pensavo sarebbe stato facile l'adattamento, invece sono tre giorno che è nostalgica, sorride poco e mi guarda implorante senza parlare mi chiede di tornare alle sue montagne. Alla sua vita!Avevo fatto dei progetti per lei, portarla a vivere con me per sempre. Per non lasciarla troppo sola, perchè gli anni passano e lei invecchia e perde le forze.Ma noi figli non facciamo mai i conti con una realtà che è ben più solida, importante: la loro vita, fatta di piccole cose e di cose genuine.Ho pensato a le, per lei in grande: una bella camera, la televisione tutte le comodità e anche un aiuto in casa.  A lei non frega nulla degli agi, del microonde e accessori vari di cui non conosce nemmeno l'utilizzo. Non le importa dei negozi a due passi, e dei centri commerciali.Lei vuole, fortemente vuole, continuare a vivere con lo sguardo sulle cime innevate, ai prati verdi, alla raccolta della camomilla e ai semi di ginepro. Ama la sua cucina semplice fatta di paioli di rame e vecchi mestoli giganti.Non le interessa un camino che si accende con lo sbattito di ciglia. Vuole "andar per legna" sentire l'odore della terra e della cenere vera del camino.Quello che conta per me non ha nessun senso per lei, di questo devo prendere atto e capire che è una donna tutta di un pezzo, è una donna di un tempo che non è modernità e plasma. E' una donna che ha da sempre vissuto nella semplicità. Tra la sua casa e Dio soltanto il cielo di mezzo. Nient'altro! E poi suo marito è là,  nella terra dura della montagna. E là in mezzo a quelle loro parole silenziose che ormai sono diventate roccia, come lei.Chi sono io per ucciderla dentro, per portarla via dalla sua vita?Mi sono alzato stamattina,  ho preparato le sue cose e siamo partiti verso quelle magiche vette innevate di cui è da sempre follemente innamorata.