Titoli di coda

Brodino e insalatina


Il primo invito a cena non si scorda mai.Allora un ragazzo di sedici anni circa, mi piaceva molto una ragazza del mio paese, si chiamava Mariella, per incontrarla scendevo dalla montagna con qualsiasi tempo, lei abitava sulla strada principale, io un pò più in alto, ma a sedici anni cosa ti può spaventare. Nulla, nemmeno metri di neve o un temporale estivo che in montagna non sono uno scherzo.A sedici anni avevo energia e forza fisica per scalare montagne e saltare i fossi, come diceva spesso mio padre, avevo l'età per spaccare un sasso con le chiappe.Dopo un mese di incontri platonici, una sera rimasi bloccato dalla pioggia e sua madre, presa dalla compassione mi invitò a cena. Non era facile avvisare i miei, non avevo il telefono e per mettersi in contatto con loro si doveva chiamare il nostro vicino di casa che gentilmente li avrebbe avvisati.La casa di Mariella era molto grande, più della mia, un soggiorno salotto ampio con il camino e un tavolo apparecchiato di tutto punto.Pregustavo già il primo, il secondo magari anche del formaggio e dulcis in fundo, la frutta. Insomma un pasto in pena regola a cui ero abituato, a questa età si mangia parecchio e io ero di pasto forte malgrado il fisico non troppo possente. Ma avevo sedici anni e tanto appetito!Ci sedemmo a tavola. La gentilezza del padre di Mariella mi stupì non poco, era conosciuto come un uomo scontroso e burbero. A me era simpatico, forse un riflesso del fatto che mi piaceva la figlia. Ci sta la sviolinata al futuro suocero, pensavo!Come prima portata la padrona di casa posò sul tavolo dell'insalata, scondita in una piccola boule e io pensavo fosse per uno di loro, invece no, era da dividere in quattro, una foglia e mezza a testa. Una tristezza per il mio piatto e il mio stomaco. In un sol boccone la finii, con due fettine di pane trasparenti come le calze di mia madre.Andiamo bene, il mio stomaco invece di placarsi si arrabbiò ancora di più e speravo nelle portate successive.Che delusione le ali di pollo galleggianti in una salsa rosa che ancora oggi non sono riuscito ad identificarne gli ingredienti.Le ali di pollo sono tutt'ossa e poca polpa, una a testa e io cominciavo a sentirmi male. Pensavo agli spaghetti di mia madre, alla polenta e spezzatino e alle fettone di pane in mezzo al tavolo. Stava spiovendo e io volevo andarmene. Disperato e affamato, Mariella mi guardava sorridendo e quasi sazia dal misero pasto. Eppure è gente ricca, non gli manca la lira a questi, ma come cavolo fanno a stare in piedi con ali di pollo e due foglie di insalata.-A cena stiamo leggeri!- Mi sussurra Mariella quasi a scusarsi vista la mia espressione delusa.Altro che leggeri, qui non si mangia proprio.Come ultima portata una scodella di brodo bollente con pezzettini di carota e patata che cercavano di affogare dalla vergogna.A quella vista non ressi, con la scusa che si era calmata la pioggia ed era meglio ne approffitassi per tornare a casa li lasciai, quasi scappando.Mariella mi lanciò un occhiata che mi fulminò, ma avevo troppa fame per pensare al suo sguardo e avevo i crampi allo stomaco.Non vidi più Mariella che soltanto alla domenica in chiesa. Finì così la mia storia d'amore, suicida in una scodella di brodo.E poi dicono che gli uomini si prendono per la gola.Nel mio caso si, per farmi morire di fame!