Titoli di coda

Le mie campane a martello


 Ricordo un rituale da seguire nei giorni precedenti la Pasqua. In campagna si conserva ancora la tradizione delle uova colorate, per esempio, della via Crucis con noi ragazzini a seguire la messa solenne vestiti con un saio o come figlie di Maria. E il vespro del pomeriggio con processione fino alla vicina cappella davanti al cimitero del paese. Ricordo anche la noia di dover sottostare a queste regole invece di andare a giocare al campo sportivo con le mie coetanee! Sono tante le consuetudini che si sono perse nel tempo. Un altro ricordo riguarda i giorni d'estate, quando violenti temporali  con grandine picchiavano selvaggiamente sulle colline dove i vigneti erano la preoccupazione dei contadini e allora mia nonna ci chiudeva in cucina e davanti al "potagè" che riscaldava i muri e le nostre ossa recitavamo con lei il rosario, perché, spiegava mia nonna, Dio smettesse di essere arrabbiato con gli uomini così che smettesse anche la grandine la vera nemica di chi lavora la terra! E noi seduti intorno al tavolo accendevamo le candele in segno di rispetto verso il Signore, anche se le nostre preghiere poi alla fine prendevano strade meno mistiche, più materiali del tipo fai smettere la pioggia che se no mi tocca stare seduta qui tutto il giorno! Erano tempi e luoghi adatti a queste tradizioni che si sono perse con l'arrivo della tecnologia. Come il suono delle campane. Mio nonno, sacrestano della parrocchia, la domenica di Pasqua e del Santo Patrono saliva i mille gradini verso la cima del campanile per suonare le campane a martello. E ricordo ancora il suono felice delle campane che si spandeva per tutto il paese e anche attraverso i campi fino ad arrivare alle case più isolate. Oggi nello stesso paese non si sentono le campane a martello. Il suono è dato da un computer che attiva un file a orario e pur mantenendo lo stesso suono io lo capisco che è diverso comunque, non c'è quella manualità quell'anima dentro che solo le mani di un uomo sanno regalare. La tecnologia, a mio parere, ha tolto il cuore pulsante passionale alle situazioni, soprattutto nei giorni dedicati alla fede, dove tutto è ritmato non dai sensi e dal cuore ma da fredde macchine e microfoni a palla che deviano il pensiero di cristianità di intimità con Lui verso sensazioni controllate, programmate studiate nei minimi particolari e si è persa del tutto la spontaneità. Questo mondo è felice solo con le macchine. O probabilmente sono io che non riesco ad adattarmi a non seguire le mie emozioni. ( Foto da Google immagini Santi Bernardo e Brigida - Lucento torino)