Temet Nosce

Colline e cielo dipinti sulla carta


Colline e cielo dipinti sulla carta. L'aria calda, lo spazio stretto e vuoto. Non c'è nessuno, a parte qualche attore di fortuna pescato tra le ombre e i colori, trasformato dalla polvere dei pensieri in azioni e parole con un volto. Ho osservato la mia ombra. Piccola e rachitica, rannicchiata su se stessa dondolava, con la testa appoggiata alle ginocchia. Ho intuito gli occhi scattanti di lampi fugaci in ogni direzione, subito tornati a nascondersi. Non vedevano nulla e cercavano di fuggire. Questo è il mio limbo, la sensazione soffocante alla quale mi abbandono, affogando lentamente. Ho corde legate alle caviglie. Si perdono nell'oscurità dell'abisso, giungono a prima di nascere nuovamente. Potrei toglierele, ma sono l'unica cosa che voglio credere vera. Così affogo, lentamente, nel tempo di melassa che m'avvolge e mi deforma.  E sono bellissimo con gli occhi chiusi e le membra abbandonate, come un corpo che attende un'anima. Appena riuscirò a morire, rinascerò con dolore, ancora. E nascerò in questo sogno. Il cielo e le colline saranno vere e vive di vento e respiro. Le persone universi e vite. I luoghi meravigliosi e grandi. Ed io, sarò libero. Sarò a casa.