Sono stata via

Che bel...


Carissimise mai ne avessi avuto bisogno, oggi ho avuto l'ennesima conferma di quanto io abbia fatto bene a lasciare l'America e l'Uomo Pazzo che mi ci aveva portata.Ho vissuto un anticipo di primavera nella mia città ed è un'esperienza unica.Quando ho visto la temperatura mite (16 gradi! E chi si ricordava che il termometro fosse capace di salire così?) ed il sole ho capito che c'era solo una cosa da fare: celebrarla alla triestina.Ho raccattato mia nipote e subito dopo pranzo siamo salite sulla Poderosa per immetterci nel rituale della coda di traffico verso Barcola, insieme a tutte le altre migliaia di adoratori del sole che sono così caratteristici della nostra cosmopolita città.Inspiegabilmente gioiosa ho cercato parcheggio per un quarto d'ora presso il sontuoso lungomare brulicante di vecchiette e famiglile con bambini, tutti rigorosamente in occhialoni da sole, oltre a qualche audace giovinastro che già si toglieva la maglia per iniziare il processo di carbonizzazione della cute che da noi si conclude solo in tardo autunno.Mi sono seduta al tavolo del California Inn, storico locale per "maranze" di ogni età e, signori e signore, mi son tolta il cappotto!!! (io sono un animale a sangue freddo).Dopo una surreale conversazione con un cameriere molto rintronato che nega di potermi servire ciò che ho ordinato (anche questo molto triestino: "Volentieri...") per poi propormi lui stesso in seconda istanza la stessa cosa che invece c'era ma non si sa bene perchè credeva non ci fosse...Ho sborsato 6 euro per un caffè, un caffè al ginseng e un bicchier d'acqua ma sentivo che quest'esperienza non era completa. Cosa mancava alla mia perfetta domenica triestina? Mi son girata e ho avuto l'illuminazione mistica quando ho scorto il mio vicino di tavolo a cui ho sfacciatamente chiesto "Scusi, mi presta il suo giornale?"Solo la lettura degli inutili articoli di cronaca locale del Piccolo, il quotidiano locale più insipido delle Tre Venezie poteva coronare degnamente questo pomeriggio di sole.E dopo aver goduto di un articolo con interviste ai passeggeri del bus numero 44 che raccontano la loro quotidiana realtà di viaggiatori in autobus (giuro che è vero!!!!) mi sentivo piena di felicità ed ho potuto solo guardare il mare di fronte esclamando estatica "Che bel...!