Il tempo di pensare prima di parlare Stiamo vivendo un'epoca frivola,superficiale,con generazioni che si accontentano dimolte chiacchiere e di scarsa meditazione.E' l'età del tweet, di Facebook e degli altri media.Non c'è più un taciturno,nessuno che si trattenga dall'esternarequalsiasi sciocchezza.
E' chiaro che in tanti sbrodolamenti interpersonali ci scappino spropositi verbali di ogni genere.Sembra che la saggezzae con essa la misura, il decoro,la pudicizia,il ragionamentocompiuto, sia anticaglia.Eppure l'esperienza storica potrebbe regalarci tanti esempidi serietà e di continenza nelle relazioni fra gli uomini.Ai nostri giorni bisognerebbe che tanti giovani,adulti e anziani sospendessero qualche volta i tweet, i messagginie piuttosto che premere il pollice frementesu i tasti del cellulare, prendessero carta e penna. Stumenti che danno il modo di pensare alle conseguenze. Verba volant,scripta manent dicevano i latini : le parole volano via, mentre ciò che è scritto, resta. Agire per impulsi è sempre pericoloso.E' come ubriacarsi di eccitazioni.Mosè ricevette il divino messaggio da incidere su tavole di pietra.E i Dieci Comandamenti non si dimenticano.Un esempio a cui ispirarsi per tracciare un programmadi educazione al comunicare.Dall'infanzia alla vecchiaia.Perchè "le parole sono pietre" e come tali pesano.