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LA LUNGA MARCIA DEI MONACI PACIFISTI


Una lunga scia rosso vermiglio, silenziosa, pacifica ma determinata nel raggiungere il proprio scopo e cioè la Democrazia. Così si è mostrata agli occhi del mondo la protesta portata avanti per oltre una settimana con orgoglio e fierezza, dai Monaci Buddisti del Myanmar, che un tempo si chiamava Birmania ed era un fiorente Stato in crescita ma che oggi è sotto dittatura, una fra più terribili dei giorni nostri. Per questo, il gesto dei Monaci è stato grande. Per cercare di capire meglio la portata dell'evento, è giusto ricordare che questa agitazione, è nata circa un mese fa tra la gente comune, a seguito di uno spropositato aumento del prezzo del carburante. Il fatto che in Italia sia relativamente semplice organizzare un bel "Vaffanculo-Day" (e parteciparvi), non da adito a pensare che sia così semplice ovunque. In Birmania (ma dovrei dire nello Myanmar), l'ultima protesta popolare contro il governo si è tenuta nel 1988 ed è costata la vita ad oltre 3.000 persone, colpevoli di non essere d'accordo con Ne Win, l'allora capo di Stato. Quella fu l'ultima manifestazione, l'ultimo momento durante il quale la popolazione birmana tentò di dire la sua. Dopo, salì al potere il Generale Saw Maung e fu subito dittatura. Due anni dopo, nel 1990, Aung San Suu Kyi (Premio Nobel per la Pace l'anno successivo) tentò di ripristinare la normalità fondando un partito chiamato NLD, Lega Nazionale per la Democrazia, ma il terribile Generale, spalleggiato dall'Esercito si rifiutò di cedere il potere alla democrazia e Aung San Suu Kyi venne arrestata. Ancora oggi è ai domiciliari. Uno dei momenti più toccanti dell'attuale protesta dei Monaci, è stato proprio quello della preghiera che migliaia di persone hanno fatto di fronte a casa di Aung San Suu Kyi. Duemila monaci, più chissà quant'altra gente "normale" che con coraggio si è unita alla manifestazione, tenendosi per mano, hanno pregato per il benessere di tutti e per la buona salute della Leader che non hanno mai dimenticato. Lei, sfidando ancora una volta il regime e le guardie poste fuori dalla sua abitazione, è uscita e si è aggiunta alla sua gente in preghiera. Sembrerà folle, ma la stranezza di tutta questa storia è che a Aung San Suu Kyi, è stato permesso di fare un gesto "del genere". Alla fine di questa lunga settimana, i Monaci hanno marciato su sette città sparse per il Myanmar e in tutto, sono stati oltre 15.000 (ma altre fonti parlano di 30.000). E vi assicuro che non è cosa da poco. Addirittura, i rappresentanti dei gruppi Islamici e Cristiani con sede in Birmania, hanno chiesto ai loro fedeli di appoggiare la protesta, supportando i Monaci il più possibile. Nonostante i 150 arresti (una coppia si presa 2 anni di carcere per aver offerto acqua da bere a un Monaco), la marcia pacifica per oggi, si è conclusa senza problemi. La mia speranza è la stessa dei grandi Monaci coraggiosi. Che non finisca tutto qui. Ma che questa marcia pacifica, possa rappresentare l'inizio di una grande svolta democratica.