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MYANMAR: I MONACI TORNANO IN STRADA


Appoggiati dall'associazione americava «HUMAN RIGHTS WATCH», i Monaci accusano la giunta di arruolare bambini all'interno delle sue forze armate e intanto tornano a manifestare. Sono partiti in un centinaio dalla Pagoda «Shwegu» di Pakokku, un piccolo centro a più di 600 chilometri dalla capitale Rangoon, sede di più di 80 monasteri e hanno sfidato la giunta pregando e intonando canti per la strada. Non ci sono stati incidenti o repressioni, almeno non per ora. • MERITO DI SUU KYI? Settimana scorsa, il premio Nobel per la Pace «Aung San Suu Kyi» (nonché leader dell'opposizione birmana), aveva abbandonato i domiciliari per recarsi a colloquio con un alto esponente della giunta militare al potere in Birmania; il colloquio, durato circa 75 minuti è stato brevemente ripreso dalle telecamere della televisione di Stato birmana che hanno mostrato un generale-ministro sorridente assieme a una Suu Kyi (che ha trascorso 12 degli ultimi 18 anni ai domiciliari), dall'espressione attonita. Si tratta di «Aung Kyi», ministro (fresco di nomina, avvenuta l'8 ottobre) per le Relazioni, incaricato dal generale di mantenere contatti e colloqui con la resistenza dopo esplicita richiesta di Ebrahim Gambari, l’emissario delle Nazioni Unite che compirà la sua seconda missione birmana a partire dal prossimo fine settimana.