EARTH & SOCIAL

NUCLEARE O RINNOVABILE?


Vent'anni fa esatti, per la precisione l'8 e il 9 Novembre del 1987, gli italiani sono stati chiamati a esprimere con un referendum la loro voglia o meno di continuare sulla strada del nuclere. Era da poco accaduto il fattaccio di Chernobyl e le centrali facevano gran paura. Infatti, vinse il NO con l'80% dei voti. Non si sa come, probabilmente perché abbiamo tutti memoria corta, a 20anni dall'abolizione di un modo di fare energia dispendioso, pericoloso e altamente inquinante si riapre il dibattito in sede politica. Dalla parte del SI, chi vorrebbe tornare al nucleare sostiene che trattasi di energia sicura e che le centrali potrebbero sorgere in massimo 5-6 anni a costi modici e contenuti. Dalla parte del No la solfa è esattamente all'opposto. Il costo per la costruzione di nuove centrali è esorbitante, il nucleare è l'energia più costosa al mondo e oltretutto, non si saprebbe nuovamente dove sistemare le scorie radioattive. •E IN EUROPA? L'Italia, vent'anni fa è stata a mio avviso lungimirante, ma a ben guardare il problema non è per nulla risolto. È vero, sul nostro territorio non sono presenti reattori nucleari, ma questo non ci permette di dormire sonni tranquilli. Infatti, l'Europa è invasa. Attualmente, ci sono 150 reattori attivi in otto paesi dell'Unione, ma fortunatamente cinque paesi hanno già annunciato o iniziato lo smantellamento delle centrali. Inoltre, nei nuovi Stati membri e in quelli candidati, esistono 68 reattori, situati in sette paesi: le centrali nucleari dell'Est sono di progettazione sovietica e quindi, spesso non conformi agli standard di sicurezza dell'Ue L'Inghilterra ospita 16 centrali nucleari, il Belgio 7, la Spagna 9, la Francia ben 59, l'Olanda 35, la Svezia 12, La Bulgaria 6, la Finlandia 4, Slovacchia e Repubblica Ceca ne possiedono rispettivamente 2, Bulgaria, Slovenia e Lituania 1. Insomma, va da sé che se dovesse succedere un altro casino tipo quello di Chernobyl (e speriamo vivamente di no), il fatto di essere contro il nucleare non basterebbe a salvarci la vita. • CHE DICONO GLI ESPERTI? Gli esperti in questione sono 60 scienziati che ieri si sono seduti attorno ad un tavolo a Budapest (Repubblica Ungherese) nel corso del WORLD SCIENCE FORUM, organizzato per il terzo anno consecutivo dall'Accademia Ungherese delle Scienze, dal REC (Regional Environmetal Center for Central and Estern Europe), in collaborazione con UNESCO e COMMISSIONE EUROPEA (per caso vi risulta che i tiggì ne abbiano parlato?). Come previsto dai lungimiranti, si è parlato di "rinnovabili di seconda generazione", e cioé: FOTOVOLTAICO A FILM SOTTILE, EOLICO "ACCHIAPPAVENTO", BIOENERGIE, BIOETANOLO DA CELLULOSA E IDROGENO. Si stima infatti che con la crescente domanda di energia proveniente dai Paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia e Sud Africa), nei prossimi 25 anni la richiesta di energia "primaria" aumenterà del 50%, se non di più. L'energia primaria è il petrolio, che oggi sfiora i 100 $ al barile. Ed è proprio per far fronte a questo enorme conflitto d'interessi tra energia e sicurezza, che i suddetti scienziati stanno pensando alla soluzione guardando tutti al rinnovabile. Si è stimato che nei prossimi 30 anni, verranno investiti circa 20 TRILIONI DI DOLLARI nel settore energetico. E che per raggiungere gli obiettivi di "sicurezza energetica", sarà necessario tener conto dei Paesi emergenti che contribuiranno per 2/3 alla domanda globale di energia. Il cammino verso la "SOSTENIBILITA' AMBIENTALE" è ancora complesso. A tutt'oggi, nella sola Europa finiscono in spazzatura 15 MILIONI di AUTO e 100 MILIONI di TELEFONINI. Anche se c'è da dire che negli ultimi anni, grazie ad un corretto modo di riciclare alcuni materiali, si è potuto risparmiare oltre il 60% di energia, rispetto agli anni passati. P.S. Consiglio vivamente la lettura del post linkato qua sotto, nel trackback, da "Ineluttabile". Alice Virtù