EARTH & SOCIAL

ARIA VELENOSA


Da parecchio tempo porto avanti una ricerca personale sulle polveri sottili. Nel mio piccolo vado alla ricerca di informazioni utili, di notizie più o meno allarmanti ma veritiere sui danni causati al nostro fisico dalle particelle di particolato, dette PM. Se avete voglia di spulciare fra le mille righe scritte che ho prodotto, potete cercare “disastro ambientale – disastro ecologico” con le Tag. Il messaggio n°2 di questo blog si chiama “Lettera ai milanesi” e parlo proprio di questo. Nessuno un anno fa ha avuto nulla da aggiungere, mi chiedo se adesso sarò più fortunata… Cerco freneticamente una risposta perché sono nata a Milano, ci ho vissuto per ventiquattro anni e perché lavoro ogni giorno in un ufficio in piazza Duomo, nel centro nevralgico di questa caotica e inquinata città. Per vivere ho scelto invece di spostarmi di quasi 50 km, dove l’aria pare ancora respirabile e la notte nel cielo si vedono ancora le stelle. Mi chiedo se questo incanto potrà durare… Ogni mattina arrivo alla stazione metropolitana di Famagosta, nella zona sud di Milano: crocevia incredibile di automobili in coda perenne, pullman che sostano a motore acceso, camion e persone fredde, frettolose e scostanti. Ogni mattina vengo aggredita da un odore acre, intenso e davvero terribile che mi entra dal naso dandomi all’istante un senso di nausea che poi mi accompagna tutto il santo giorno. Dopo un quarto d’ora sottoterra, sbuco in Piazza Duomo e l’imponente Cattedrale, che una volta era bianca/rosacea, mi saluta con l’aria triste di chi sa d’essere stato un tempo bellissimo, ma che adesso pare solo un vecchio stanco e malato, perennemente grigio e intristito dai continui tentativi (vani) di tirarlo a lucido. La prima boccata d’aria che dò non appena sbuco dal sottosuolo sa di ammoniaca mista a benzina. Poi subito dopo è l’odore del Mc Donald ad avere il sopravvento. Sara Gandolfi, giornalista del “Magazine” del Corriere della Sera ha svolto un’indagine molto più approfondita e seria della mia (lo ammetto, io mi sto ancora chiedendo come fare per avere un rilevatore di polveri sottili!!!), anche se tutto sommato le cose che ho letto oggi nel suo articolo non si discostano molto da quello che ho scoperto semplicemente spulciando i siti del CNR, di Legambiente, di GreenPeace… e di Beppe Grillo. Sara Gandolfi è uscita di casa un giorno con in testa la mia stessa domanda: cosa respirano i milanesi? Ha recuperato un microscopio elettronico a scansione ambientale capace di individuare le particelle nanometriche davvero dannose per la salute (e cioè quelle inferiori al micron, dette anche PM 0,…), un sensore adesivo da attaccare al cappotto in grado di raccogliere passivamente le polveri e un filtro “aspira-particolato” collegato ad una pompa in grado di simulare il respiro umano ed è partita. Ha percorso bene o male un tragitto simile al mio: piazzale Cadorna, la metropolitana, piazza Duomo… e ha scoperto che il “pulviscolo dannoso” che ricopre la città lo si trova davvero dappertutto. Persino sui banconi di frutta e verdura all’interno dei supermercati. Ecco di cosa è realmente composta l’aria che i milanesi respirano ogni giorno: • CARBONIO E OSSIGENO. Abbastanza normale perché noi stessi produciamo anidride carbonica respirando. Il problema è la quantità di questa sostanza, ben oltre il limite. Tutto dovuto con molta probabilità all' “attività antropica” e cioè al traffico. • FERRO E PIOMBO Il ferro deriva probabilmente dallo sferragliare dei tram sulle rotaie. Nessuno ci pensa, ma basta una semplice frenata a sprigionare nell’aria un’incredibile nube di particelle ferrose. • ARGENTO E RAME Queste due leghe si sprigionano nell’aria grazie alle vecchie marmitte catalitiche. • CALCIO, SILICIO, ALLUMINIO, ZOLFO, CROMO, STAGNO, MANGANESE, ARSENICO, TITANIO. Tutto dovuto al traffico (stradale e aereo), alle fabbriche, alle industrie e… agli inceneritori. (Eggià! Eccoli qua i miei “preferiti”!!!). Sono loro a buttare nell’aria la quantità maggiore di nanoparticelle dannose inferiori al micron. Torno sempre a battere sulle “domeniche a piedi” che seguono le giornate dove il picco di PM10 sale oltre il limite massimo indicato per la sopravvivenza umana… e sta volta ci torno con alla mano una prova scientifica. L’UNIVERSITA' DI LOVANIO, in Belgio ha portato avanti una ricerca proprio in questo senso. I risultati non sono una novità, ma almeno ora nessuno (spero) avrà più nulla da ridire o peggio, da negare. Gli studi hanno infatti dimostrato che le particelle da 100 NANOMETRI (dette PM 0,1 e cioè molto più piccole delle meglio conosciute PM10 che bloccano il traffico domenicale) in soli 60 secondi sono in grado di trapassare completamente la barriera polmonare per tuffarsi nel sangue (le PM10 non lo possono fare, e generalmente si fermano nel naso o nel catarro) e in meno di un’ora finiscono nel fegato. Non essendo elementi “organici” vengono riconosciuti dall’organismo come “agenti esterni” e lo stesso per scacciarli reagisce come può: infezioni, allergie, malattie infiammatorie, tumori. Ma c’è anche di peggio. Più la particella è piccola e meno tempo impiega ad attaccare l’organismo. Molte s’insinuano fino alle cellule e intaccano il nostro stesso DNA. Qui (http://www.corriere.it/) potete trovare l’anteprima dell’articolo. Per il “dossier” completo, che non tratta solo l'argomento "Milano" ma cerca di scoprire lo stato di salute delle altre città italiane, vi consiglio la lettura del “MAGAZINE” allegato al Corriere della Sera di Giovedì 22 Novembre. Penso che sia per il bene di tutti.