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BALI: 13° SUMMIT MONDIALE SUL CLIMA. Il punto.


Si chiude proprio oggi la TREDICESIMA CONFERENZA MONDIALE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI, tenutasi al «Bali International Convention Centre» di Bali, in Indonesia. In questi giorni, oltre 10mila delegati dei 190 Paesi firmatari si sono seduti al tavolo e hanno cercato un confronto, discutendo sui prossimi-futuri effetti del riscaldamento globale e sulle poche misure che ancora si possono mettere in atto a livello mondiale per arginare il disastro ambientale, non certo per scongiurarlo. Per questo è troppo tardi ed è ben chiaro a tutti. Il tema dell' "ambiente" oramai non è più soltanto "importante"; è diventato vitale. • GLI OBIETTIVI DEL SUMMIT Durante la dodici giorni balinese si è discusso, oltre che del clima, anche di "umanità"; delle risorse alimentari prossime all'esaurimento (ed è nuovamente tornato alle cronache il discorso del ricco occidente, che mangia per quattro e spreca per sei) e del futuro problema dei profughi climatici. Pare purtroppo scontato che le prime vittime dell'innalzamento globale delle temperature (fenomeno già ben visibile ai tropici, che una volta erano compresi tra i 23° di latitudine Nord o Sud e ora invece si estendono fino a circa 28 gradi) e del livello dei mari, saranno gli abitanti dei Paesi poveri, quelli che non hanno i mezzi per cercare la salvezza, ad esempio costruendo dighe e protezioni (ammesso che poi servano davvero). Oltre all'innalzamento delle acque, è prevista una forte desertificazione e deforestazione delle terre (che quindi non saranno più buone né per coltivare, né tantomeno per piantare alberi, che spariranno) a partire dal sud Europa e cioè da noi. Un altro obiettivo del Summit è quello di trovare un’intesa per includere il regime REDD nei negoziati, entro il 2009. REDD è l’acronimo di REDUCED EMISSIONS FROM DEFORESTATION IN DEVELOPING COUNTRIES e potrebbe essere molto utile al raggiungimento, entro il 2012 degli obiettivi del protocollo di Kyoto. • A PROPOSITO DI KYOTO… Non so se partire dalle buone notizie oppure dalle cattive. Parto dalle buone anzi, dall’unica buona notizia partorita da questo importante incontro: L’Australia (che ha il più alto tasso pro capite di emissioni di gas serra al mondo), ha finalmente ratificato il protocollo di Kyoto, lasciando gli USA di Bush da soli e senza alleati nella battaglia contro il trattato del ’97. A tal proposito, Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei Rappresentanti americana, ha affermato: «La conferenza di Bali offre all’amministrazione Bush un’altra opportunità di impegnarsi attivamente e in modo costruttivo con i leader del mondo per la realizzazione di un accordo internazionale che permetterà di ridurre i gas a effetto serra e il conseguente innalzamento delle riscaldamento globale. Data la minaccia per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, non vi è alcuna scusa per il presidente Bush che permetta agli Stati Uniti di rimanere l’unica grande potenza industriale nel mondo, che si rifiuta di firmare un grande impegno internazionale per la lotta contro la futura crisi climatica…» Parole forti, che però “Gorge Dabliu” non ha recepito nemmeno questa volta. • L’ENNESIMA BRUTTA FIGURA ITALIANA Nella graduatoria dei 56 Paesi responsabili al 90% del dramma climatico, l’Italia anzi… l’italia, si è classificata al 41esimo posto, dietro Cina, Polonia e Bielorussia. Durante la conferenza anche per noi sono state spese parole dure. È chiaro finalmente a tutti quello che mi aveva scioccata quasi un anno fa (vedi post N.9 "LA VERGOGNA DI KYOTO") e cioè che l’italia ha firmato il patto di Kyoto ma non l’ha mai neppure lontanamente rispettato. È stato denunciato che “L’iTALIA HA SEMPRE BELLAMENTE IGNORATO LE INDICAZIONI DEL TRATTATO CHE SI È IMPEGNATA A FIRMARE”. Ma c’è di più. Rispetto all’anno scorso non solo non ci siamo impegnati, ma abbiamo perso 6 punti in graduatoria. Andiamo indietro, invece che avanti. Durante la conferenza, è stato denunciato anche che l’italia ha RIPETUTAMENTE NASCOSTO le proprie gravi responsabilità, scaricandole su altri Paesi europei (Germania e Gran Bretagna con l’accusa di essere i principali inquinatori) o su nazioni in via di sviluppo (India e Cina, con l’accusa di una crescita selvaggia). La verità è che la Germania nella graduatoria che ci vede 41esimi, sta al secondo posto e che persino Cina e India si comportano meglio di noi, che abbiamo tutti i mezzi per cambiare e non lo facciamo. INFAMI, oltre che bugiardi... E così, anche ‘sta volta (per non smentirci) ci portiamo a casa l’ennesima figura di merda, se mi passate il francesismo. I soliti chiacchieroni. La solita barzelletta. Secondo il parere del nostrano Ministro per l’Ambiente Pecoraio Scanio, è tutta questione di politiche e finanziarie. Secondo me è invece più complesso. Secondo me dovrebbe cambiare la mentalità di noi tutti, poi forse potrebbe cambiare anche la politica. • SVEZIA: L’ESEMPIO DA SEGUIRE Così com’era scontata la nostra figuraccia, a mio avviso era altrettanto scontato l’impegno e la costanza dei corretti e civili Paesi del Nord Europa, che se vogliamo uscire dal fango è bene che cominciamo a seguire. È infatti la Svezia a guidare la classifica, (seguita, per l’appunto, da Germania e Islanda). A sorpresa, si classificano bene anche Messico (4°) e India (unico Paese in via di sviluppo ritenuto molto impegnato in questo senso). • CAPITOLO CINA La Cina ha attualmente sorpassato gli Stati Uniti in termini di emissione di metano, ossido di carbonio e altri gas nocivi. Inoltre, la mafia cinese pare essere la prima responsabile del selvaggio (e illegale) disboscamento di una ampia zona della Papuasia (7,2 Milioni di Metri cubi spariti in solo un anno), che grava non poco sull’attuale e disastrosa situazione ambientale (per l’esattezza, pesa per il 20% complessivo). • CURIOSITA’ Il primo giorno di Summit, è stato movimentato dalla colorita protesta delle popolazioni aborigene, tristemente escluse dai dialoghi sulle sorti del pianeta. I rappresentanti di queste popolazioni erano a Bali per chiedere la salvaguardia delle foreste.