EARTH & SOCIAL

CONSIDERAZIONI SULLA FUTURA ARCHEOLOGIA


L'Archeologia è una scienza meravigliosa. Ne sono affascinata fin da bambina, sicuramente ben prima di conoscere Indiana Jones o Lara Croft. L'idea di scavare, con meticolosità e pazienza, per riportare alla luce frammenti di vita e di civiltà risalenti a qualche migliaio di anni fa, l'ho sempre ritenuta simile ad un'esperienza "mistica". Quando si parla di "archeologia", si pensa quasi sempre automaticamente all'antico egitto e ai suoi "egittologi", è invece una scienza più complessa, che prende in esame diversi aspetti della storia del mondo e delle civiltà: L'archeologia può essere suddivisa in 7 scuole a seconda del periodo o della cultura oggetto di studio: c'è l'archeologia classica e quella industriale (più recente fra tutte), c'è la paleontologia (alla ricerca costante di ossa di dinosauri), l'archeologia subacquea (alla ricerca costante di Atlantide e dei reperti finiti in mare a causa di antiche disgrazie) e quella detta "sperimentale" o "urbana"; fanno parte di questa scienza anche la numismatica (che studia le monete) e l'epigrafia (che studia le antiche iscrizioni su pietra). Ad esempio, l'importante scoperta della famosissima Stele di Rosetta, ha permesso un grande balzo avanti nell'archeologia del secolo scorso. Quando infatti vennero scoperte tre lingue differenti (geroglifico, demotico e greco antico) sulla medesima lastra si basalto, s'iniziò a comprendere finalmente il linguaggio dei faraoni; il loro mondo ci affascina ancora, con i suoi segreti nascosti tra le sabbie. • CIVILTA' = SOCIETA' L'unica differenza è che in genere il primo termine definisce qualcosa che non c'è più mentre il secondo si riferisce a qualcosa di attuale. In entrambi i casi, è l'ordinamento nel quale l'uomo ha da sempre preferito racchiudersi. Il nostro modo di intendere il "branco". Tutte le civiltà passate su questa terra hanno avuto alcuni fattori in comune, anche quelle più diverse fra loro: - sono nate - si sono evolute e hanno vissuto un epoca ricca e splendente - sono decadute, a volte lentamente altre volte in breve tempo - sono scomparse, lasciando le proprie tracce sulla pietra • COSA LASCEREMO NOI? Tutto questo preambolo l'ho scritto per arrivare qui. :•) È stupido a mio avviso pensare alla nostra attuale "civiltà globale" come a quella eterna, che c'è sempre stata e sempre ci sarà. La civiltà Egizia è durata 4mila anni (dal 3300 a.C. fino al 343 a.C circa) e forse anche loro si saranno sentiti immortali. Sarebbe stupido non considerare che facciamo parte di un ciclo, come tutto su questa terra. E invece, è un po' quello che stiamo facendo. Ogni tanto cerco di immaginare di essere un archeologo del futuro, alla ricerca di qualche traccia della "civiltà globale"... • ANNO 3170, MESE QUINTO, GIORNO SESTO. «Spedizione archeologica sulla penisola italiana, ormai coperta dal deserto ma un tempo ricca di natura e civiltà. Dopo sei giorni passati a scavare, non è ancora emerso nulla di differente dalla plastica o dal vetro. Nonostante gli sforzi e gli innumerevoli studi condotti a tavolino, non siamo ancora stati capaci di far emergere documentazione scritta, qualsiasi cosa che ci permetta di comprendere l'intelletto e la cultura di questa gente del passato. Ogni tanto estraiamo qualche foglio di carta, ma il contenuto è talmente scolorito, il foglio così ingiallito (quando non addirittura ridotto in polvere), che non riusciamo a comprendere nulla. È pieno di pietre in questo sito, pietre di ogni tipo e colore... ma nessuna di esse reca particolari iscrizioni. L'unica cosa che continuiamo a estrarre dalla terra, ovunque andiamo, è una strana struttura a doppio arco gialla, in plastica dura, quasi indistruttibile. Probabilmente un oggetto di culto, sacro e considerato divino. Non siamo sicuri che gli antichi "globalizzati" sapessero leggere o scrivere. Probabilmente, vista l'immediatezza dei loro spostamenti, la scrittura era diventata superflua, scavalcata completamente dalla parola. Per questo, non sappiamo nulla o quasi di loro. Per questo non li conosceremo mai. Sappiamo solo che forse adoravano una grande "M" gialla e che si coprivano con la plastica.» ... Non lo so se ho spaziato tanto oppure no, con la fantasia. Sinceramente non penso di averlo fatto più di tanto. Tutto il nostro sapere, fino ad oggi conservato nelle biblioteche colme di libri, sta piano piano spostandosi sul web o sui computer in generale. A nessuno di noi passerebbe mai per la testa di incidere i suoi pensieri su una lastra di basalto (se non a qualche artista, magari) perché è molto più semplice e soprattutto attuale accendere il pc picchiettando forsennatamente sulla tastiera... correggere, se è necessario tagliare o ampliare... e poi divulgare. Cd, dvd, memorie virtuali. Tutto in un bit. Piano piano stiamo trasportando tutta la nostra vita su queste macchine (che la vita ce l'hanno sempifcata, certo... ma che ci renderanno invisibili in futuro)... e questo vuol dire che teoricamente, basterebbe un black-out per far sparire tutto. Puf! Nel mentre, ogni sei mesi, quando esce il nuovo modello del pc, sostituiamo quello vecchio, buttandolo in discarica. Sotterriamo plastica e scriviamo le nostre memorie in un luogo che in realtà non esiste e che con probabilità, se ne andrà con noi. È semplice pensare che in futuro, verremo visti un po' come degli "zingari analfabeti adoratori di McDonald". È davvero così che vogliamo essere ricordati?